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Bruno Paulson

Utili, la parola chiave è resilienza

La strategia di Morgan Stanley IM punta a costruire un portafoglio che non teme il concretizzarsi dei rischi presenti sul mercato

di Antonio Cardarelli 9 Settembre 2019 15:01

Le previsioni di utili in ribasso non sembrano aver intaccato l’atteggiamento positivo dei mercati, che da inizio anno hanno proseguito la corsa verso nuovi massimi. Tuttavia, come sa chi investe da tempo nell’azionario, l’indicatore relativo agli utili delle società non può essere assolutamente trascurato.

L’IMPORTANZA DEGLI UTILI


A metterlo bene in chiaro sono William Lock, Bruno Paulson e Dirk Hoffmann-Becking, membri dell’International Equity Team di Morgan Stanley Investment Management, che partono da una premessa: per chi investe in azioni ci sono solo due modi per perdere soldi, ovvero quando diminuiscono gli utili o quando diminuiscono i multipli. Per quanto riguarda gli utili 2019, il multiplo relativo all’indice MSCI World è balzato da 13,4x a 16,5x, grazie anche all’atteggiamento accomodante di Federal Reserve e Bce. Alla base del multiplo vi è l’ipotesi che gli utili futuri continuino a crescere, e in particolare la crescita è prevista nell’ordine del 10% per il 2020, una stima difficilmente definibile “prudente”.

RIPRESA DELLE VALUTAZIONI


Guardando alle proprie strategie globali, gli esperti di Morgan Stanley IM sottolineano la bontà delle performance registrate da inizio gennaio. Un risultato, spiegano, “da attribuire in parte alla capacità di tenuta degli utili superiore a quella del mercato”, oltre che alla ripresa delle valutazioni. “I nostri portafogli globali – spiegano Lock, Paulson e Hoffmann-Becking – scambiano ora a 20-21 volte gli utili prospettici a 12 mesi e in base a tale parametro presentano valutazioni a premio del 28%-36% rispetto all’MSCI World”.

IMPATTO MINORE SUI TITOLI


Secondo gli esperti di Morgan Stanley IM “le valutazioni a premio significativo rispetto al mercato generale sono giustificate dalla combinazione di ricavi ricorrenti e potere di fissazione dei prezzi”. Senza dimenticare che le società detenute in portafoglio sono meno esposte ai timori che dominano i mercati in questo momento, come l’impatto del calo dei tassi di interesse, i potenziali effetti di un’escalation della guerra commerciale e la possibile fine del ciclo economico. Con il verificarsi di anche uno solo di questi fattori, sottolineano dall’International Equity Team di Morgan Stanley IM, la previsione di una crescita a doppia cifra degli utili nel 2020 “si rivelerebbe decisamente ottimistica”.

CRESCITA DEI TITOLI GROWTH


Se si osserva con attenzione la ripresa delle valutazioni si nota come essa non sia stata generalizzata, bensì abbia interessato, nel caso di Morgan Stanley IM, la parte “più growth” dei portafogli, ovvero i titoli “con prospettive a medio termine di espansione dei ricavi totali pari al 5-9%”. In questa tipologia di titoli rientrano quelli del ramo software e servizi, che costituiscono il 30-32% dei portafogli globali di Morgan Stanley IM, arrivati ad apprezzarsi del 58% rispetto all’indice MSCI World. Una crescita che gli esperti ritengono “comprensibile”, con multipli giustificati dalla crescita del cloud che ha trasformato radicalmente il settore del software, una transizione che le società hanno saputo gestire e cavalcare.

LE CONTROMISURE


Tuttavia, Lock, Paulson e Hoffmann-Becking, a partire da inizio 2018, hanno preso delle contromisure effettuando “inserimenti netti nel settore dei beni di consumo primari e della salute” e riducendo le posizioni nei settori “più growth” come software e beni di consumo discrezionali. Infine, concludono gli esperti, “restiamo convinti della resilienza degli utili delle nostre società e della loro capacità di capitalizzarli”.
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