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Andrew Harmstone

Morgan Stanley IM: “Le prospettive di crescita rimangono intatte”

Harmstone (MSIM) sta affrontando questa perturbazione transitoria riducendo il rischio nei suoi portafogli a breve termine, con l’obiettivo di ritornare successivamente sull’azionario

di Redazione 28 Giugno 2019 14:46

Proprio quando sembrava archiviata la fase critica del rallentamento dell’economia globale, il riaccendersi delle tensioni commerciali tra Washington e Pechino avvenuto a inizio maggio ha nuovamente destabilizzato i mercati. Tuttavia, sebbene gli investitori debbano prepararsi ad una maggiore volatilità dovuta alle imprevedibili esternazioni della Casa Bianca e ai conseguenti impatti destabilizzanti nel breve termine, Andrew Harmstone, Managing Director di Morgan Stanley IM, resta comunque ottimista sulla tesi di una crescita di medio termine.

SOLIDI ELEMENTI PER UNO SLANCIO DEL MERCATO


“Sebbene le dispute commerciali suggeriscano cautela nell’immediato, gli stimoli fiscali in Cina, il possibile imponente piano infrastrutturale negli Stati Uniti e la domanda inespressa di investimenti in conto capitale rappresentano solidi elementi in grado di imprimere slancio ai mercati non appena saranno risolte le controversi commerciali”, puntualizza Andrew Harmstone.

STIMOLI FISCALI IN CINA


L’attuale piano di stimolo varato dalla Cina ha tra gli obiettivi quello di evitare lo scoppio della bolla immobiliare in città come Pechino, Shenzhen e Shanghai che, in seguito agli ultimi tre piani, hanno registrato aumenti dei prezzi immobiliari pari al 30-40% annuo. “Il piano prevede non solo politiche che tengano sotto controllo le condizioni di credito immobiliare, ma anche stimoli fiscali verso il settore privato e i consumatori”: la natura di tali misure porterà ad effetti più ritardati, ma anche più sostenibili rispetto agli stimoli del passato.

SPESE INFRASTRUTTURALI USA


Negli Stati Uniti, intanto, resta sempre valida l’ipotesi di un piano di spesa infrastrutturale che, peraltro, avrebbe il duplice effetto di soddisfare le aspettative della popolazione e di contribuire a scongiurare una recessione nel 2020. “Sia Trump che il partito democratico hanno sostenuto nel Congresso l’idea di uno stimolo fiscale sotto forma di piani infrastrutturali, parlando, lo scorso novembre, di interventi per complessivi 2.000 miliardi di dollari” ricorda Andrew Harmstone, secondo il quale una spesa infrastrutturale significativa verrebbe messa subito a bilancio e coperta inizialmente mediante ricorso al debito.

SPESE PER GLI INVESTIMENTI


Nonostante le incertezze sulle catene di approvvigionamento e produzione globali abbiano costretto le imprese a rinviare gli investimenti necessari, prosegue senza sosta la trasformazione legata al cambiamento climatico e lo spostamento su fonti sostenibili. Secondo Andrew Harmstone si tratta di un fenomeno che tenderà a far accelerare il tasso di investimento in conto capitale, con ingenti flussi di risorse destinati a fonti quali l’energia solare e veicoli elettrici. Non va infine trascurato il fatto che qualsiasi programma di stimolo fiscale basato sulla spesa infrastrutturale imprimerebbe slancio anche alla spesa in conto capitale (o spesa per gli investimenti).

MISURE FISCALI ESPANSIVE IN EUROPA


La combinazione di tutti questi fattori di supporto alla crescita costituirebbe una sponda ideale anche per gli investimenti fissi europei, strettamente correlati alle dinamiche degli scambi commerciali. Inoltre, in base ai più recenti dati della Commissione europea, le quattro maggiori economie dell’Eurozona - Germania, Italia, Francia e Spagna – prevedono per l’anno corrente manovre di stimolo tramite misure fiscali espansive.

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AZIONARIO AREA EURO, VALUTAZIONI INTERESSANTI


“Le valutazioni dell’azionario della zona euro sono interessanti in base al premio medio di rendimento rispetto alle obbligazioni. Inoltre, la Bce è incline ad adottare un approccio che, rispetto al passato, è molto più favorevole al sistema bancario, all’interno del quale non è da escludere un ulteriore consolidamento” spiega Andrew Harmstone. Il quale, al contrario, preferisce adottare un atteggiamento improntato alla massima prudenza nel settore tecnologico statunitense, dal momento che le valutazioni sembrano essersi portate nuovamente al di sopra della capacità reddituale.

OBBLIGAZIONARIO DOUBLE FACE


“Guardando al lungo termine, siamo positivi circa le prospettive per l’economia e, a cascata, relativamente negativi nei confronti delle obbligazioni. Resta però il fatto che la guerra commerciale potrebbe aumentare temporaneamente l’attrattiva dell’obbligazionario” conclude Andrew Harmstone.
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