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Obbligazioni, come evitare passi falsi mentre si cerca rendimento

Decidere attivamente il posizionamento su duration, crediti e curva dei rendimenti è più importante che mai. Morgan Stanley IM analizza opportunità e rischi.

5 Ottobre 2018 10:02

Per quasi quarant’anni, la discesa dei rendimenti è stata la principale fonte di supporto delle performance obbligazionarie. Dal 1989 al 2017, il Bloomberg Barclays U.S. Aggregate Bond Index ha registrato una performance media annua del 6,4%, di cui il 95% frutto della duration, cioè del beta creato dalla flessione dei rendimenti in tutti i mercati obbligazionari. Infatti i prezzi delle obbligazioni si muovono in direzione opposta a quella dei rendimenti. E il forte calo di questi ultimi ha comportato un robusto e costante rialzo delle quotazioni.

ATTIVITÀ GENERATRICI DI ALFA


“In futuro, però, sarà probabilmente l’analisi approfondita delle singole emissioni e dei singoli segmenti di mercato (attività generatrici di alfa, cioè di extra rendimento, ndr) a diventare la fonte primaria di performance obbligazionarie” sostiene Jim Caron, Managing Director del team Global Fixed Income di Morgan Stanley Investment Management. “Crediamo – aggiunge Caron - che il passaggio dal beta all’alfa in quanto motore principale delle performance segni davvero l’inizio di una nuova era nel mondo obbligazionario”. Una convinzione, la sua, basata sul fatto che, all’inizio di quest’anno, quasi tutte le principali banche centrali avevano concluso (o cominciavano a concludere) i loro programmi di stimolo monetario avviati dopo la Grande Crisi di 10 anni fa.

Obbligazioni, pronti a cogliere i rialzi nei governativi dei paesi sviluppati


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LA NASCITA DI UNA NUOVA ERA


“Confrontando i risultati conseguiti dai diversi indici del mercato obbligazionario da inizio anno ad oggi con quelli registrati durante il decennio di stimoli monetari (2008-2017), possiamo osservare che stiamo assistendo alla nascita di una nuova era: la fine degli stimoli ha fatto rallentare il motore beta che aveva alimentato le performance negli anni precedenti” puntualizza Jim Caron.

ALLINEAMENTO AI FONDAMENTALI


L’esperto, pur ammettendo che il processo di normalizzazione dei tassi sarà piuttosto disomogeneo e che gli effetti a catena nei vari mercati saranno di difficile prevedibilità, ritiene che prima o poi le valutazioni delle attività finanziarie si posizioneranno su livelli in linea con i fondamentali specifici dei singoli paesi ed emittenti. “Per poter generare risultati solidi in futuro riteniamo che gli investitori dovranno affidarsi a gestori attivi in grado di sovraperformare il mercato mediante strategie basate sull’alfa. In ogni caso, nel nuovo paradigma, il mercato obbligazionario mantiene la sua funzione di diversificazione” chiarisce Jim Caron. Secondo Caron decidere attivamente il posizionamento di obbligazioni societarie e curva dei rendimenti è più importante che mai in termini di duration, ovvero riguardo la scadenza media dei titoli che decide la sensibilità del portafoglio all’andamento dei tassi. I passi falsi, infatti, possono tradursi in opportunità mancate e causare perdite.

Obbligazioni, scelte selezionate nei bond societari e nel debito emergente


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I VANTAGGI DELLA DIVERSIFICAZIONE


L’abilità dei gestori attivi sarà fondamentale per poter generare risultati positivi e creare i vantaggi derivanti dalla diversificazione obbligazionaria durante le varie fasi del ciclo. A questo proposito, Jim Caron sottolinea un‘importante differenza rispetto al passato per i gestori obbligazionari attivi: dovranno essere capaci di gestire il rischio di tasso d’interesse in assenza di rendimenti tali da ammortizzare gli effetti dei rialzi dei tassi. Negli anni ‘90, ad esempio, un investitore poteva acquistare obbligazioni societarie con rating a singola A che offrivano un rendimento medio di oltre il 7%. Obbligazioni di questo tipo possono assorbire un aumento di circa 130 punti base dei rendimenti dei Treasury USA prima di generare una perdita assoluta. Oggi manca questo effetto ammortizzatore dato dal rendimento. Di fatto, nei mercati odierni basterebbe un aumento di appena 50 punti base dei rendimenti dei Treasury USA per generare una perdita assoluta, a parità di altre condizioni.

LE STRATEGIE NON INDICIZZATE


È però altrettanto vero che, a differenza delle strategie indicizzate che tendono ad essere fortemente dipendenti dal beta quale fonte di guadagni, le strategie non indicizzate possono anche generare alfa mediante analisi approfondite su duration, settori, spread creditizi e struttura della curva dei rendimenti. Ma attenzione. Jim Caron, pur ammettendo che nell’attuale contesto di mercato i guadagni che si possono ricavare dalle decisioni incentrate sull’alfa sono in grado di superare quelli generati mediante il beta (esposizione direzionale al mercato), sottolinea l’importanza di adeguate risorse e strutture analitiche in grado di supportare le capacità di ricerca dell’alfa da parte dei gestori attivi.

I tre indicatori chiave per decifrare l’attuale congiuntura


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MEGLIO UN FONDO RISPETTO AL “FAI DA TE”


“In tutti i casi, consigliamo di investire in un fondo obbligazionario piuttosto che in singole obbligazioni per ridurre il rischio di concentrazione in quanto i portafogli dei fondi sono composti da un’ampia gamma di settori e di titoli. Tali vantaggi da diversificazione sono difficili da replicare con il “fai da te”, cioè detenendo un insieme di singole obbligazioni o investendo in una rosa di titoli con scadenze diverse” specifica l’esperto.
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