Contatti

Andrew Harmstone

Morgan Stanley IM: Europa più esposta al rischio di ulteriori ribassi

Gli esperti del Global Balanced Risk Control Team di Morgan Stanley Investment Management mantengono un atteggiamento prudente nell’azionario, tenendo un posizionamento neutrale sugli USA e in sottopeso sull’Europa

di Leo Campagna 25 Maggio 2020 19:00
financialounge -  Andrew Harmstone azionario europa azioni Laura Biancato Morgan Stanley Investment Management portafoglio

Il tasso di disoccupazione continua a salire, sulla scia dei duri colpi che il lockdown ha provocato all’economia a livello globale. Alcune delle principali cause del rallentamento della crescita globale per il 2020 dovrebbero essere ricercate nella contrazione degli investimenti di capitale, nell'indebolimento dell'attività manifatturiera e nel drastico calo della spesa per viaggi e tempo libero. Lo sostengono Laura Biancato, Portfolio Specialist, e Andrew Harmstone, responsabile del team Global Balanced Risk Control di Morgan Stanley Investment Management. “A nostro avviso, per ciascuno dei tre principali mercati azionari sviluppati un duro colpo sul PIL e sugli utili è inevitabile ed è riflesso in tutti e tre i nostri scenari base. Di conseguenza, il rischio per i mercati azionari risulta inclinato al ribasso”, dichiarano i due esperti.

POSIZIONAMENTO DIFENSIVO


Il posizionamento dei due esperti rimane dunque difensivo in previsione di ulteriori ribassi sull’azionario, dal momento che il rimbalzo degli indici registrato ad aprile non è stato accompagnato da una ripresa della fiducia dei consumatori, che sia negli Stati Uniti che in Europa ed in Giappone è precipitata su livelli minimi. In parallelo, l'aumento delle richieste di disoccupazione rende difficile ipotizzare la possibilità di un cambiamento di tale sentiment.

I SETTORI PIÙ VULNERABILI ALL’IMPATTO DELLA PANDEMIA


Nel corso di questa crisi si sono accumulate enormi perdite di posti di lavoro soprattutto nei settori del commercio, dei viaggi e alimentare che rappresentano, nel complesso, il 24,9% dell'occupazione europea.



Anche il mercato del lavoro degli Stati Uniti sta sperimentando la stessa dinamica, ma il peso di questi settori e di quelli maggiormente ciclici (pari complessivamente al 39%) sull’indice MSCI Eurozone espone quest’area geografica ad un beta più alto rispetto all'economia reale. “Di conseguenza preferiamo in termini relativi gli Stati Uniti rispetto all'Europa, il che si riflette nel nostro posizionamento neutrale sugli Stati Uniti e in sottopeso sull'Europa”, specificano i due esperti di Morgan Stanley Investment Management.

I QUATTRO FATTORI PER DECISERE DI INVESTIRE IN TITOLI RISCHIOSI


Biancato e Harmstone continuano a tenere sotto osservazione i quattro fattori che fungono da indicatori per decidere il momento in cui tornare a investire in titoli rischiosi: evoluzione della crisi sanitaria, valutazioni del mercato, posizionamento degli investitori, politica monetaria e fiscale. Relativamente al primo fattore, se è confortante l’aumento dei test negli Stati Uniti, occorre verificare se l’allentamento delle misure di lockdown introdotte in molti paesi possa rivelarsi prematuro. “Per quanto riguarda invece le valutazioni azionarie nei nostri scenari bull, bear e base appaiono costose e ben al di sopra di quello che stimiamo essere il fair value”, fanno sapere i due esperti.

MISURE DI POLITICA MONETARIA E FISCALE SENZA PRECEDENTI


Passando al posizionamento degli investitori, Biancato e Harmstone notano come molti operatori sembrino essere spinti dalla "paura di essere tagliati fuori", una dinamica che dovrebbe rientrare nella prima fase della crisi, in un contesto di sollievo di breve termine. Il posizionamento dovrebbe rivelarsi diverso non appena gli effetti di second’ordine che caratterizzeranno la seconda fase saranno più evidenti. L’unico fattore favorevole a un ritorno sull’azionario è quello relativo alle misure di politica monetaria e fiscale che, pur essendo senza precedenti, evidenziano comunque difficoltà di implementazione. “Potrebbero essere introdotte nuove politiche, ma non è detto che questo sarà sufficiente ad evitare danni duraturi a molti segmenti dell'economia”, concludono i due esperti di Morgan Stanley IM.
Share:
Trending