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Focus sulle obbligazioni

Mercati condizionati dalla modalità "whatever it takes" delle banche centrali

Il team Global Fixed Income di MSIM, pur segnalando alcuni elementi negativi, esprime un outlook per il mercato obbligazionario ancora costruttivo e moderatamente rialzista con opportunità nel debito emergente e nel credito

di Leo Campagna 14 Agosto 2020 07:45
financialounge -  banche centrali Morgan Stanley Investment Management Morning News obbligazioni Scenari

Il miglioramento dei dati macroeconomici, il posizionamento degli investitori, le politiche monetarie e fiscali, le speranze sul fronte sanitario: sono questi i principali fattori che hanno propiziato il solido recupero dai minimi dei mercati finanziari, anche nel segmento obbligazionario. Un trend che, secondo l’analisi del team Global Fixed Income di Morgan Stanley Investment Management (MSIM), potrebbe proseguire, soprattutto alla luce del fatto che il già solido supporto delle autorità monetarie e governative potrebbe ampliarsi ulteriormente in caso di necessità. “Non vanno sottovalutate la capacità e la determinazione a fornire supporti illimitati nei mesi a venire delle banche centrali, che sono chiaramente in modalità whatever it takes”, specifica il team di MSIM che, per i prossimi mesi, vede i rendimenti dei titoli di Stato contenuti e stabili.

VOLATILITÀ IN RIPIEGAMENTO


Anche il ripiegamento della volatilità si spiega con il miglioramento dei dati economici, dell’efficacia delle misure di contenimento del virus (con l’eccezione di Brasile e Stati Uniti), delle agevolazioni fiscali e del quantitative easing. Un aumento dei rendimenti a lungo termine si potrebbe configurare soltanto a seguito di un netto miglioramento delle prospettive economiche e sanitarie, ma anche in quel caso la rete di protezione delle banche centrali resterebbe aperta. L’inflazione ben al di sotto dei target e la politica della Fed sempre più ancorata ai risultati (nessun inasprimento fino al raggiungimento degli obiettivi monetari) implicano di fatto un contesto di compressione dei premi al rischio e delle aspettative sui tassi per molti anni a venire.

OUTLOOK ANCORA COSTRUTTIVO E MODERATAMENTE RIALZISTA


“Sebbene non manchino elementi negativi, il nostro outlook per il mercato obbligazionario resta ancora costruttivo e moderatamente rialzista”, dichiara il team di Morgan Stanley IM. Il riferimento è, per esempio, alla ripresa economica, che con ogni probabilità non sarà omogenea in tutti i settori e aree geografiche. Ma anche ad una possibile seconda ondata di contagi peggiore del previsto, all’inasprimento delle tensioni USA-Cina e agli altri problemi geopolitici in altre regioni (Russia/India vs. Cina), con effetti negativi sul clima di fiducia. D’altro canto, fanno notare gli esperti del team, le famiglie dispongono di liquidità e vogliono spenderla, mentre le aziende vogliono assumere e incrementare o ripristinare la produzione.

CAUTAMENTE OTTIMISTI SUL DEBITO EMERGENTE


Per quanto riguarda le scelte di portafoglio, nell’ambito del debito dei paesi emergenti, il team di MSIM resta cautamente ottimista. Le misure monetarie e governative su ampia scala introdotte nei paesi sviluppati creano un contesto solido mentre le valutazioni, seppure meno convenienti dopo il rally del secondo trimestre, scontano performance comunque inferiori rispetto a quelle registrate dai titoli dei mercati sviluppati.

ULTERIORE CONTRAZIONE DEGLI SPREAD PER IL CREDITO


Nel segmento delle obbligazioni societarie, invece, c’è da notare come le imprese continuino a implementare strategie di riduzione del rischio vendendo attività, tagliando i dividendi e riducendo la spesa per investimenti. Se sul fronte economico o sanitario non si registreranno evidenti peggioramenti, i differenziali delle obbligazioni investment grade e high yield dovrebbero tendere al ribasso di qui a fine anno. Infine, per quanto concerne il mercato delle cartolarizzazioni, il team Global Fixed Income di MSIM ritiene che i segmenti di minore qualità, in particolare le fasce BBB e BB, presentino un ampio margine di restringimento residuo degli spread.
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