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Abenomics

La terza onda

21 Agosto 2013 20:00
financialounge -  Abenomics Europa germania industria Morgan Stanley quantitative easing Regno Unito USA
Gli investitori in vacanza al mare potrebbero provare una singolare sensazione osservando i surfisti che tentano di cavalcare le onde: immaginare di essere i protagonisti sui mercati finanziari nel cogliere la prossima serie di “onde” di mercato. Fuor di metafora, il consiglio agli investitori è quello di tenere gli occhi ben aperti e sperare che la terza onda di questo 2013 sia trascinante e non travolgente.

La prima serie di onde è stata attivata dalla positiva soluzione dei negoziati sul “precipizio fiscale” statunitense - il cosiddetto fiscal cliff - in chiusura dello scorso anno. Il suo effetto, combinato con il programma di acquisto di titoli obbligazionari della Federal Reserve – il cosiddetto “allentamento quantitativo” (QE) – e con l’aggressivo piano di stimolo messo in campo dal nuovo primo ministro giapponese Shinzo Abe, è stato quello di una straordinaria onda “trascinante” nei mercati azionari sviluppati. Tra il 1° gennaio e il 22 maggio 2013 le azioni nipponiche, misurate dall’indice Topix, si sono apprezzate del 48%. Nello stesso periodo quelle statunitensi, misurate dall’S&P500, hanno guadagnato il 16% e le piazze sviluppate mondiali sono salite del 13% in base all’indice Msci World.

La seconda onda, invece, ha “strapazzato” i mercati: l’Msci World, ad esempio, ha ceduto il 6,2%, mentre l’S&P500, l’EuroStoxx 50 e il Topix hanno perso rispettivamente il 4,7%, il 9,5% e l’8,3%. Ora, sembrano esserci le premesse per una terza serie di onde di mercato, con alcuni indicatori positivi a cominciare dalla serie relativa ai dati congiunturali dell’economia mondiale in via di rafforzamento.

Ad esempio, negli Stati Uniti i risultati diffusi in agosto hanno mostrato valori superiori alle attese per gli indici dei responsabili degli acquisti (Ism) di luglio sia nel settore manifatturiero che in quello dei servizi. Inoltre, un rapporto diffuso di recente, in cui è indicato un calo del 22% del disavanzo commerciale statunitense in giugno al livello più basso dall’ottobre 2009, suffraga la possibilità che l’economia a stelle e strisce stia crescendo più rapidamente del previsto.

Al di fuori degli Stati Uniti, il recente inatteso aumento del 2,4% della produzione industriale tedesca in giugno, dopo un’aspettativa dello 0,3% contenuta nelle precedenti stime Bloomberg, e i dati migliori del previsto nel Regno Unito per la produzione industriale e le vendite al dettaglio di giugno suggeriscono un’economia in miglioramento in Europa.

Anche in Cina, dove ultimamente si è registrata una decelerazione della crescita, l’indice dei responsabili degli acquisti (Pmi) elaborato da Hsbc/Markit per il settore dei servizi si è collocato a quota 51,3 (al di sopra della soglia di 50 indicativa di espansione) segnalando che, almeno per il momento, la flessione congiunturale potrebbe essersi arrestata. Queste buone notizie sull’economia mondiale, insieme ad alcuni dati tecnici di mercato, suggeriscono che la prossima onda finanziaria potrebbe essere positiva e “trascinante”.

Permane tuttavia il rischio che una forte crescita economica possa provocare una più rapida uscita dal QE e un’interruzione anticipata delle politiche monetarie accomodanti in tutto il mondo, provocando turbolenze inattese. Come dire, insomma, che, mentre se ne stanno tranquilli in spiaggia a osservare i surfisti, gli investitori devono prestare la massima attenzione nel seguire gli ultimi flussi e riflussi dei mercati, sperando che la “terza” onda sia, per l’appunto, “trascinante” e non “travolgente”.
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