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Global Balanced Risk Control Fund

Global Balanced Risk Control Fund - 31 marzo 2016

15 Aprile 2016 09:05
financialounge -  Global Balanced Risk Control Fund Morgan Stanley
Rassegna di Mercato

Stati Uniti: In base alla terza stima diffusa dal Bureau of Economic Analysis (Bea), nel 4° trimestre del 2014 l’economia statunitense ha registrato una crescita dell’1,4%. Secondo la Bea, il rallentamento dell’ultimo trimestre è riconducibile principalmente a un calo degli investimenti fissi non residenziali e della spesa pubblica da parte degli stati e delle amministrazioni locali, nonché a una decelerazione della spesa al consumo. L’impatto di tali fattori è stato compensato dall’accelerazione della spesa pubblica federale e dalla flessione delle importazioni. A marzo, l’indice dei direttori d’acquisto (Pmi) del settore manifatturiero statunitense ha raggiunto quota 51,8, in crescita rispetto al 49,5 di febbraio. A marzo, l’indice Pmi del settore non manifatturiero è salito a 54,5 punti dai 53,4 di febbraio. L’occupazione non agricola è complessivamente aumentata di 215.000 unità a marzo e il tasso di disoccupazione è rimasto perlopiù invariato al 5,0%. L’inflazione dei dodici mesi terminati a febbraio, misurata dall’indice dei prezzi al consumo (Ipc), è stata pari all’1,0%, dato non destagionalizzato. Al netto dei prezzi di generi alimentari ed energia, il dato corrispondente risulta del 2,3%. L’indice Msci Usa ha guadagnato il 6,78% in dollari statunitensi e il 2,04% in euro.

Europa: Il Pmi manifatturiero dell’area euro ha evidenziato un leggero rialzo dai 51,2 punti di febbraio ai 51,6 di marzo. Il Pmi riferito al settore dei servizi ha registrato un lieve rialzo, dai 53,0 punti di febbraio ai 53,1 di marzo. Eurostat ha stimato che nel 4° trimestre 2015 il Pil dell’area euro è salito dello 0,3%, mentre in tutta l’Unione europea (Ue) l’aumento è stato dello 0,4%. Rispetto al 4° trimestre 2014, l’area euro è cresciuta dell’1,6% mentre l’Ue dell’1,8%. A gennaio, la produzione industriale è salita del 2,1% nell’area euro e dell’1,7% nel’UE. Rispetto a un anno fa, l’aumento della produzione è stato del 2,8% nell’area euro e del 2,5% nell’Ue. Secondo una stima preliminare di Eurostat, l’inflazione annua nell’area dell’euro si è attestata al -0,1% a marzo, mentre a febbraio era del -0,2%. L’indice Msci Europe ha reso l’1,33% in euro e il 6,05% in dollari statunitensi.

Giappone: Secondo una seconda stima del Cabinet Office, nel 4° trimestre 2015 il Pil reale è sceso dello 0,3%, pari a un tasso dell’1,1% su base annua. L’indice Pmi del Nikkei per il settore manifatturiero è sceso da quota 50,1 in febbraio, a 49,1 nel mese di marzo, il minimo da più di tre anni a questa parte. L’indice Pmi del Nikkei per il settore dei servizi è sceso da 51,2 a 50,0. Secondo l’ultimo rapporto Tankan della Banca del Giappone, la fiducia delle piccole, medie e grandi imprese nei confronti delle condizioni operative è diminuita negli ultimi tre mesi. In febbraio, la spesa delle famiglie ha rappresentato una sorpresa, salendo per la prima volta da sei mesi a questa parte, con un aumento dell’1,2% su base annua, smentendo le aspettative di una flessione dell’1,5%. Tuttavia, la produzione industriale destagionalizzata è calata del 6,2% su base mensile e del 5,4% su base annua. L’inflazione al consumo in Giappone ha registrato un rialzo dello 0,1% per il mese di febbraio e dello 0,3% su base annua. L’indice Msci Japan ha reso 4,29% in yen e 0,03% in euro.

Attività del portafoglio

Abbiamo aumentato l’esposizione azionaria dal 30% di fine febbraio al 53% di marzo. Riteniamo che l’estrema volatilità cui si è assistito ai primi di febbraio si sia attenuata e che il contesto sia diventato più favorevole alle azioni. Gli investitori sono stati incoraggiati dal parziale recupero dei prezzi dell’energia e di alcuni minerali. Gli investitori hanno inoltre reagito in modo molto positivo all’ulteriore allentamento della politica monetaria della Banca centrale europea e ai toni accomodanti della Federal Reserve statunitense (Fed) in merito a un inasprimento futuro.

Strategia e prospettive

Dalla metà di febbraio, abbiamo assistito a una parziale stabilizzazione della volatilità relativa alla Cina e ai prezzi petroliferi. La crescita economica cinese potrebbe sperimentare nuove difficoltà, ma valutiamo positivamente la decisione dell’esecutivo di sostenere la crescita sul breve termine attraverso ulteriori stimoli monetari e investimenti infrastrutturali. Restiamo persuasi che il calo dei prezzi energetici porterà vantaggi all’intera economia globale. Le dichiarazioni della Fed sono state accomodanti, offrendo prospettive stabili per i tassi di interesse. La concomitanza di questi fattori ci induce a credere a una diminuzione della volatilità dei mercati rispetto agli ultimi mesi. Nel primo trimestre, l’estrema sfiducia nei confronti dei mercati emergenti è andata attenuandosi e, a nostro parere, la regione continuerà a godere di una crescente fiducia. Non ignoriamo la presenza di altri rischi potenziali, quale la situazione geopolitica in Europa dove incombe la possibilità di una “Brexit”, ma tali elementi non costituiscono attualmente un fattore di traino rilevante per il profilo di rischio complessivo del Comparto.
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