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Diversified Alpha Plus Fund

Diversified Alpha Plus Fund - 31 maggio 2013

31 Maggio 2013 20:00
financialounge -  Diversified Alpha Plus Fund
1. Nelle scorse due settimane abbiamo assistito alla prova generale dello smobilizzo delle posizioni di carry trade. I rendimenti dei Treasury statunitensi sono saliti di altri 19 pb, mentre gli spread dei titoli High Yield e del debito dei paesi emergenti in dollari si sono ampliati di 34 e 27 pb rispettivamente.

2. Questa dinamica appare però prematura, dato che gli indicatori della crescita statunitense continuano a dare segnali contrastanti, a fronte di livelli d’inflazione contenuti. L’impressione è che il movimento dei mercati sia stato innescato dai commenti del presidente della Fed, che ha parlato di una graduale riduzione delle misure espansive, a causa dei timori di possibili bolle finanziarie. Tuttavia, vista la crescita superiore al 4% della componente del settore privato del Pil del primo trimestre, che sembra essere rimasta immune agli aumenti delle imposte, è probabile che un altro catalizzatore di mercato sia stata la maggiore fiducia nelle prospettive dell’economia per il secondo semestre del 2013.

3. Le valute dei paesi emergenti si sono deprezzate del 3% rispetto al dollaro Usa, principalmente a causa dei segnali di debolezza della crescita in Cina e nelle economie fortemente esposte alle materie prime. Gli ampi squilibri interni ed esterni del Sudafrica sono venuti bruscamente alla ribalta e il rand si è svalutato del 9%, mentre i tassi dei titoli di Stato decennali sono saliti di 94 pb. Rispetto alle altre principali divise il dollaro Usa si è indebolito, perdendo terreno rispetto ad euro e yen, che non hanno apparentemente risentito del rialzo dei rendimenti obbligazionari.

4. Visto l’incerto andamento dell’economia e la prospettiva di una politica monetaria meno favorevole, le azioni globali hanno ceduto il 2,7%. Il mercato giapponese ha lasciato sul terreno il 9,3%, poiché gli investitori hanno riflettuto sulle cause e le conseguenze dell’aumento dei rendimenti obbligazionari in un quadro di forte ipercomprato. I listini dell’Eurozona hanno espresso la performance migliore in termini relativi (-1,6%), per effetto delle crescenti indicazioni di un miglioramento delle condizioni di crescita.

5. Sebbene sia stato un mese difficile per gran parte delle classi di attivo, il portafoglio ha guadagnato l’1,4% nelle ultime due settimane, portando al 4,2% l’apprezzamento conseguito a maggio, e ha mantenuto un’esposizione azionaria netta direzionale trascurabile. Le nostre posizioni in ottica ribassista negli attivi legati alle Materie Prime e nelle valute dei paesi emergenti hanno fornito gli apporti più brillanti alla performance.

6. Nelle scorse due settimane abbiamo aperto una nuova posizione corta nel Peso cileno rispetto al Dollaro Usa. Al pari di alcune delle altre divise più sensibili alle materie prime in cui deteniamo posizioni corte, il Peso appare sopravvalutato, l’economia cilena presenta ingenti squilibri con l’estero, la crescita sembra destinata a rallentare e i tassi d’interesse verranno probabilmente abbassati.

7. Nutriamo crescente fiducia in un imminente miglioramento ciclico nell’area euro. Gli ultimi risultati degli indici dei responsabili degli acquisti nel settore manifatturiero suggeriscono che la crescita del Pil dovrebbe tornare in territorio positivo questo trimestre. Le opportunità di valore non mancano e abbiamo costituito una posizione lunga nelle case automobilistiche dell’Eurozona, nonché ampliato le esposizioni lunghe alle banche italiane e alle azioni dei mercati periferici, tutte coperte con posizioni corte nelle azioni statunitensi e globali. Abbiamo inoltre rafforzato la nostra allocazione market neutral nei titoli value delle borse di Eurolandia.

8. La nostra tesi di un rallentamento della crescita nei mercati emergenti continua a dimostrarsi valida. Siamo tuttavia consapevoli delle condizioni di forte ipervenduto che interessano molti attivi associati ai paesi emergenti, che metterebbero a segno un deciso recupero in presenza di qualche indicazione, anche di scarsa rilevanza, di un miglioramento dell’economia.

9. Rimaniamo incerti in merito all’evoluzione della crescita negli Stati Uniti e continuiamo a essere preoccupati dagli effetti, non ancora avvertiti, del consolidamento fiscale. Va osservato che le vendite di abitazioni e la spesa per consumi personali nell’area dei beni durevoli, il segmento più ciclico dei consumi, hanno evidenziato un andamento quasi invariato dal dicembre dello scorso anno.

10. Continuiamo a considerare le azioni dell’Eurozona come una delle grandi anomalie dei mercati globali, in quanto le quotazioni non scontano ancora il miglioramento delle condizioni di crescita.

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