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Diversified Alpha Plus Fund

Diversified Alpha Plus Fund - 30 aprile 2016

10 Maggio 2016 09:00
financialounge -  Diversified Alpha Plus Fund Morgan Stanley
• Nella seconda metà di aprile le azioni globali hanno registrato un calo, guidate dal Giappone (-1,5% il Topix in valuta locale), dove il mercato è stato penalizzato dalle condizioni di recessione e dalla consapevolezza della limitata efficacia della politica monetaria. Altre tendenze recenti hanno tuttavia continuato il loro corso: il dollaro statunitense si è deprezzato, cedendo l’1,7% su base ponderata per gli scambi; le quotazioni delle materie prime sono salite, con il rialzo del 12% del Brent e del 5% dell'oro; i Treasury Usa hanno accusato un lieve ribasso (il rendimento dei titoli decennali è cresciuto di 8 pb); e i settori dell'energia e dei materiali hanno sovraperformato di un ampio margine.

• L’attuale rally di controtendenza nei mercati emergenti è stato sostenuto da due spinte di cui è fondamentale conoscere la durata: 1) una crescita migliore in Cina e 2) il rinvio dei rialzi dei tassi della Fed. Per la prima inizia a preoccuparci l’intenzione delle autorità cinesi di rinunciare all’allentamento aggressivo ora che si è riusciti ad aumentare la crescita, i cui dati sono leggermente migliorati dopo una forte dose di stimoli. Considerata la gravità probabilmente maggiore dei problemi strutturali rispetto alle precedenti riprese cicliche, confidiamo in una minor durata dello slancio attuale.

• Per la seconda tendenza, le aspettative riguardanti i rialzi dei tassi statunitensi si sono ridotte, rispetto alla previsione di oltre due rialzi per il 2016, scontata nelle quotazioni e formulata nella prima parte dell’anno, al 70% di probabilità di un rialzo entro dicembre, un’eventualità verosimilmente obiettiva, se non eccessivamente accomodante, alla luce dei dati sulla crescita statunitense. Inoltre sembra essere cambiata la sensazione generale del mercato concernente la politica monetaria e un atteggiamento ulteriormente espansivo non viene più percepito come positivo per gli attivi rischiosi o come necessariamente negativo per le valute. Ci chiediamo se una Fed accomodante può iniziare anche a esercitare un effetto più contenuto e di minor durata sui mercati.

• Nelle ultime due settimane il Fondo ha guadagnato l’1,5%, grazie alle posizioni lunghe nelle classi di attivo dei mercati emergenti e delle materie prime (divise emergenti, petrolio) e alle posizioni corte in attivi percepiti come “beni rifugio” sopravvalutati (Bund e Treasury Usa). Una posizione corta nei titoli aerospaziali rispetto alle azioni globali ha fornito l’apporto più negativo.

• Nella seconda metà di aprile abbiamo continuato a costituire posizioni lunghe coperte in attivi “value” economici (finanza al consumo e banche statunitensi, banche retail dell’area euro) e aumentato le posizioni corte coperte in titoli “quality” costosi. Abbiamo ridotto la posizione lunga direzionale nelle azioni statunitensi e riaperto una posizione lunga nei titoli nazionali dell’area euro rispetto alle azioni statunitensi. Abbiamo costituito una posizione lunga in un paniere di titoli nazionali britannici rispetto alle azioni dei mercati sviluppati, poiché riteniamo che il mercato stia sovrastimando la probabilità di una “Brexit”, e abbiamo costituito posizioni lunghe nel rublo russo e in attivi argentini (obbligazioni a dieci anni e peso), per i quali prevediamo continui miglioramenti economici.

• Riteniamo la crescita globale come la chiave di volta degli eventi che accadranno nei prossimi mesi nei mercati. Temiamo che in altre parti del mondo la crescita rimanga modesta (con l’eccezione dell’area euro, superiore ai valori tendenziali) e incapace di compensare la probabile lentezza della ripresa cinese.

 

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