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Il Covid-19, un grande acceleratore per trend già in atto

Secondo Nic Sochovsky e Dirk Hoffmann-Becking di Morgan Stanley Investment Management, la pandemia sta dando nuovo impulso ad alcune tendenze già presenti a livello economico e geopolitico

di Chiara Merico 26 Maggio 2020 19:00

Una volta che la pandemia sarà finita, il Covid-19 verrà considerato come grande acceleratore per forze e tendenze già in corso, sia dal punto di vista economico che geopolitico. Ne sono convinti Nic Sochovsky e Dirk Hoffmann-Becking, rispettivamente Managing Director ed Executive Director dell’International Equity Team di Morgan Stanley Investment Management.

EUROPA, USA E CINA


Sul fronte della politica globale, nell’Unione europea la crisi sanitaria ha acuito nuovamentele tensioni preesistenti sull’annosa questione dell’opportunità o meno che i Paesi del Nord paghino i debiti di quelli del Sud. Al contempo, la rivalità fra Cina e America si è aggravata, con tutte le implicazioni che questo comporta per il commercio, la globalizzazione e il ruolo futuro del dollaro come valuta di riserva mondiale.

CRESCENTE DISOCCUPAZIONE E TENSIONI POLITICHE


La pandemia sta accelerando l’ascesa globale dell’Asia, le cui economie, grazie alle veloci ed efficaci misure di contenimento, test e tracciamento, sembrano essere state molto meno colpite di quelle occidentali. Inoltre, osservano gli esperti di Morgan Stanley Investment Management, “le tensioni politiche potrebbero aumentare a causa delle decine di milioni di nuovi disoccupati creati dal virus, con effetti negativi in termini di aumento delle diseguaglianze, del debito pubblico e dei poteri statali”. Un altro aspetto non trascurabile riguarda la privacy e la gestione dei dati personali.

L’IMPATTO SU TITOLI E TREND


Sochovsky e Hoffmann-Becking, “in quanto stock picker”, si concentrano sull’impatto che queste tendenze hanno sui singoli titoli e sui trend settoriali (i settori di elevata qualità e ad alto rendimento in cui investono) e sugli effetti per le azioni in portafoglio. Uno dei settori in cui i cambiamenti recenti sono più evidenti è quello tecnologico.

DUE ANNI IN DUE MESI


In questo settore il Covid-19 ha condensato “due anni di trasformazione digitale in due mesi”, costringendo le aziende a passare al lavoro da casa. “Il Covid-19 sta accelerando dinamiche preesistenti, così come la crescita dell’e-commerce e la paura del contagio stanno accelerando il passaggio dal contante alle carte, imprimendo slancio alle società di servizi di pagamento nel lungo termine, benché il crollo delle operazioni transfrontaliere sia un temporaneo fattore negativo”. Questi cambiamenti favoriranno probabilmente il predominio economico dei giganti oligopolisti tech, con un aumento dei timori legati alla privacy e sull’incremento delle disuguaglianze.

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I PROBLEMI DEL SETTORE SANITARIO


La pandemia ha poi “ovviamente dimostrato l’importanza del settore sanitario, mettendo in luce i punti di forza e di debolezza dei sistemi sanitari. Se dovesse essere individuata l’esigenza di maggiori finanziamenti, le aziende in grado di fornire risparmi di costo ne trarrebbero vantaggio”. Per le società di tecnologie mediche in cui investe il team di MSIM, “il Covid-19 sottolinea l’importanza dei dati, non solo del loro utilizzo ma anche – e soprattutto – della loro disponibilità. Riteniamo che ciò rappresenti un fattore di traino per le società che producono apparecchiature di diagnosi e test”. La consapevolezza che evitando inutili visite ospedaliere si possano eliminare costi non necessari per i sistemi sanitari, potrebbe accelerare la diffusione dei trattamenti domiciliari mediante il monitoraggio da remoto e la telemedicina (ad esempio la dialisi presso la propria abitazione).

IL VALORE DEL MARCHIO


Per quanto riguarda invece i beni primari, la pandemia “ha dimostrato che i grandi marchi contano eccome. La grande distribuzione sta razionalizzando gli scaffali destinati ai prodotti di fascia intermedia e ai numerosi marchi di nicchia, in quanto i consumatori nel mondo avanzato prediligono la convenienza e l’affidabilità dei marchi più noti. Ciò serve a ricordare ai CEOche la fiducia è uno degli attributi più preziosi per un marchio, che va trattato con il massimo rispetto”. Inoltre, “il distanziamento sociale e le chiusure hanno offerto corsi accelerati in commercio elettronico a tutte le fasce di popolazione. Una volta imparato a fare compere online, è improbabile che i consumatori ritornino a calpestare il pavimento dei negozi. Le aziende i cui team di gestione hanno investito da subito nel digitale dovrebbero uscire da questa crisi più forti delle concorrenti”.

I VANTAGGI DELLA GESTIONE ATTIVA


In ogni caso, concludono Sochovsky e Hoffmann-Becking, “è la qualità del team di gestione a decidere la resilienza di un’azienda e le sue prospettive di successo dopo questa crisi, sia investendo in innovazione per continuare a essere rilevante per i clienti, sia comprendendo e rispondendo alle richieste di tutti gli stakeholder. Abbiamo sempre sottolineato l’importanza dell’abilità dei management negli investimenti orientati alla qualità, e tale enfasi diventa ancora più cruciale durante una crisi globale come quella attuale”.
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