Contatti

BCE

Azionario Europa, 5 fattori di supporto e alcuni rischi politici

L’azionario Europa beneficerà della crescita globale, dell’euro debole, dell’inflazione, della politica monetaria della BCE e di aspettative di maggiori utili aziendali.

8 Febbraio 2017 09:31
financialounge -  BCE crescita economica dollaro Europa inflazione Luca Armandola Matthew Leeman mercati azionari Morgan Stanley profitti aziendali

“Riteniamo che le azioni europee possano riuscire nel 2017 a registrare movimenti al rialzo in grado di proiettarle al di fuori dell’intervallo di negoziazione in cui sono state confinate negli ultimi due anni. In particolare, individuiamo cinque ragioni per guardare con ottimismo a questa asset class quest’anno” dichiarano Luca Armandola, Executive Director Team European Equity, e Matthew Leeman, Managing Director Team European Equity di Morgan Stanley Investment Management (MSIM), che, in prima fila in questi cinque fattori di supporto, inseriscono il miglioramento della crescita economica globale.

Le proposte dell’amministrazione Trump in tema fiscale e di investimenti in infrastrutture, le prospettive tendenzialmente più positive della zona euro e la stabilizzazione di importanti economie emergenti (quali, per esempio, Brasile e Russia) contribuiscono a disegnare un quadro relativamente promettente per la crescita globale.

In secondo luogo, il dollaro americano, supportato da politiche monetarie da parte della Fed leggermente più restrittive rispetto a quelle della BCE, tenderà a rafforzarsi indebolendo l’euro e stimolando le esportazioni europee.

In terzo luogo la politica monetaria di Draghi continuerà a sostenere la zona euro. La Banca centrale europea è infatti decisa a estendere il suo programma di allentamento quantitativo fino a dicembre 2017: questo conferma la tesi di MSIM che i tassi d’interesse nell’Eurozona resteranno bassi per un periodo prolungato.

In parallelo, e siamo al quarto fattore di supporto al mercato azionario europeo, gli economisti di Morgan Stanley ritengono che l’inflazione nei mercati sviluppati si avvicinerà (e in taluni casi supererà) agli obiettivi fissati dalle banche centrali, grazie anche al recupero delle quotazioni delle materie prime: i titoli azionari, che costituiscono una copertura naturale contro l’inflazione, tendono a registrare performance migliori delle obbligazioni quando i tassi di interesse aumentano e la curva dei rendimenti si inclina.

Infine, ma non certo per importanza, si intravede un punto di svolta nei profitti aziendali.

“Riteniamo molto probabile che, dopo una flessione durata sei anni, gli utili europei abbiano toccato il fondo e cominceranno a risalire nel 2017” sostengono Luca Armandola, e Matthew Leeman che reputano realistica per il 2017 una crescita degli utili dell’ordine del 7-9%.

Per contro, restano sul tavolo alcuni rischi politici. A cominciare dalle importanti elezioni politiche che si svolgeranno nei prossimi mesi in Francia, Olanda, Germania (e, forse, anche in Italia).

“Siamo convinti che il rischio politico nel Vecchio Continente sia ben segnalato e potrebbe essere sopravvalutato. A nostro avviso il rischio maggiore per l’Europa nel 2017 è da ricercarsi soprattutto nella carenza di catalizzatori robusti e convincenti per portare avanti le riforme strutturali con il conseguente potenziale rallentamento del processo d’integrazione europea. Ecco perché siamo convinti sostenitori delle riforme strutturali a lungo termine, soprattutto nei paesi economicamente più deboli come l’Italia che negli ultimi tempi sta affrontando con determinazione il problema dell’ammontare dei prestiti in sofferenza nel bilanci delle banche” concludono Luca Armandola e Matthew Leeman.

** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da Morgan Stanley Investment Management

Share:
Trending