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Usa, nell’anno elettorale a Wall Street vince quasi sempre il Toro

I venti contrari non mancheranno, ma secondo ClearBridge Investments (affiliata Legg Mason) i tassi di interesse così bassi e le politiche accomodanti delle banche centrali possono continuare a sospingere l’azionario Usa

di Leo Campagna 18 Gennaio 2020 10:30

Le elezioni presidenziali Usa potrebbero impattare negativamente sulla fiducia delle aziende generando insicurezza alla luce anche del fatto che si preannunciano particolarmente combattute e dall’esito incerto. Tuttavia, secondo Jeffrey Schulze, director e investment strategist di ClearBridge Investments, affiliata Legg Mason, gli investitori non dovrebbero preoccuparsi di chi vincerà la corsa alla Casa Bianca: storicamente, infatti, i mercati tendono a concentrarsi sull'economia, e si focalizzano sulla retorica politica solo a ridosso delle elezioni.


WALL STREET, NELL’ANNO PRIMA DELL’ELEZIONI QUASI SEMPRE POSITIVA


“Negli ultimi 80 anni molti candidati non godevano di una buona reputazione per i mercati, ma in genere sono stati ignorati fino al giorno delle elezioni. Dal 1936, nei 12 mesi precedenti il giorno delle elezioni, il mercato azionario Usa ha infatti registrato una performance positiva nel 90% dei casi. Con un rendimento medio annuo del 9,7%” puntualizza Schulze.

[caption id="attachment_150378" align="alignnone" width="550"]Lo S&P 500 nei 12 mesi pre-elezioni USA (Dati al 31 dicembre 2019. Fonte: Jp Morgan) Lo S&P 500 nei 12 mesi pre-elezioni USA (Dati al 31 dicembre 2019. Fonte: Jp Morgan)[/caption]

CAMBI DI PARADIGMA


D’altra parte, fa notare l’esperto, quanti avrebbero previsto dopo la grande crisi finanziaria del 2007-2008 che ci sarebbe stato il primo decennio nella storia degli Stati Uniti senza una recessione? E quanti invece avrebbero ipotizzato che gli Stati Uniti sarebbero diventati i maggiori produttori di petrolio al mondo? Senza trascurare, in ambito finanziario, il decennio difficile che hanno attraversato i titoli ‘value’, dopo 70 anni di performance superiori alla media di mercato. E’ pertanto fisiologico che anche nella prossima decade si possa assistere a diversi cambi di paradigma.


C’E’ UN ALTRO LUNGO PERCORSO AL RIALZO PER LE BORSE...


“Sono in molti, ad esempio, a dubitare che l’azionario USA possa continuare a registrare performance positive dopo il lungo rally di questi anni. Si tratta di una tesi che non condividiamo sulla base dei nostri modelli di più lungo termine, che guardano ai mercati orso e toro a livello secolare” specifica Schulze. Come si può osservare dal grafico sotto, dal 1930, ogni mercato ribassista (orso) secolare è stato seguito da un mercato rialzista (toro) secolare di 20 anni, il che lascia supporre che sia possibile un ulteriore allungo per l’azionario Usa.

[caption id="attachment_150379" align="alignnone" width="427"]I cicli di mercato secolari (Dati al 31 dicembre 2019. Fonte: Bloomberg) I cicli di mercato secolari (Dati al 31 dicembre 2019. Fonte: Bloomberg)[/caption]

…METTENDO IN CONTO DIVERSI SCOSSONI


Ma attenzione. Nessuno immagini che il percorso possa essere lineare. Nello scorso mercato toro secolare (1980-2000), per esempio, si sono susseguite diverse fasi di forte ribasso, come la crisi del 1987 avvenuta circa a metà ciclo. “Riteniamo che l’azionario Usa sia a metà dell'attuale mercato toro secolare: gli investitori dovrebbero pertanto guardare con fiducia al prossimo decennio. Certo è necessario mettere in conto situazioni di turbolenza e instabilità momentanee, ma le politiche accomodanti della banche centrali e i tassi di interesse così bassi possono continuare a sospingere Wall Street” conclude Schulze.
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