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Obbligazioni, ecco i segmenti sui quali puntare

21 Luglio 2015 11:50
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La curva dei Treasury americana ha recentemente vissuto episodi di forte volatilità, in parte legati a quanto accaduto in Europa, in parte riflesso dell’incertezza legata alla difficile previsione del momento in cui la Federal Reserve effettuerà l’atteso - e ormai sempre più certo - rialzo dei tassi di interesse.

“A nostro avviso in questo momento la parte a più lunga scadenza della curva americana offre un’opportunità interessante, in quanto riteniamo sia meno vulnerabile ad un rialzo dei tassi di interesse” fa presente Ken Leech, CIO di Western Asset (Gruppo Legg Mason), che continua “La compressione degli spread tra i rendimenti dei titoli governativi e del credito rende quest’ultima asset class molto appetibile, considerando i livelli di liquidità ed i bassi tassi medi di insolvenza; inoltre, l’ampliamento del differenziale tra le scadenze a 10 e 30 anni del credito investment grade offre a nostro avviso agli investitori l’opportunità di acquistare titoli a più lunga scadenza a prezzi interessanti.”

A livello globale, Western Asset sostiene già dalla fine dello scorso anno che la ripresa stia continuando, ma ad un passo molto lento; prescindendo dal fattore Grecia, in Europa l’inizio del programma di QE ha mostrato segnali positivi, ma l’esperienza di Usa e Giappone insegna che il ritorno alla crescita è un percorso che necessita di molta costanza e altrettanto tempo.

“Allo stesso modo” fa presente Ken Leech, “anche i paesi BRIC hanno mostrato una crescita debole - con l’unica eccezione rappresentata dall’India - e la crescita globale ancora incerta, insieme al crollo dei prezzi delle materie prime verificatosi lo scorso anno, ha messo a dura prova molti mercati emergenti, ma siamo fiduciosi sulle prospettive di crescita di India, Brasile e Messico nel lungo termine, grazie alle riforme strutturali in atto in questi paesi.”

Sul fronte dell’energy, Ken Leech si dichiara infine favorevole al segmento high-yield, in quanto a suo avviso “il sell-off che ha coinvolto indistintamente i titoli obbligazionari delle società operanti nel settore dell’energia ha reso le valutazioni di alcune di queste decisamente interessanti” e conclude “riteniamo vi siano società che attraverso il ridimensionamento dei propri costi di produzione e della propria capacità produttiva sono potenzialmente in grado di continuare il proprio business anche nell’ipotesi di altri cinque anni con quotazioni del petrolio intorno ai 50USD al barile, meglio di quanto molti osservatori non ritengano possibile.”
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