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Federal Reserve

Mercati emergenti in pole position con una crescita globale sincronizzata

Secondo Leech (Western Asset, gruppo Legg Mason) gli aggiustamenti di politica monetaria aiuteranno a tenere in vita l’espansione globale 

11 Dicembre 2018 11:16

Dalla crisi finanziaria in poi la mission dei policymaker internazionali è stata quella di sostenere la ripresa globale. Dalla Federal Reserve alla BCE, dalla Bank of Japan alla Bank of England, passando per le altre principali banche centrali di tutto il mondo, le politiche monetarie sono state ultra espansive per parecchi anni proprio per promuovere la crescita. La stampella monetaria, che all’inizio di quest’anno si pensava potesse essere gradualmente rimossa, resta tuttavia necessaria, come dimostrano gli ultimi dati macroeconomici al di fuori degli Stati Uniti. E, infatti, in Europa e in Giappone lo stimolo straordinario resta in corso mentre Pechino di recente ha optato per un nuovo aumento: negli Stati Uniti, infine, la Fed, pur nel suo cammino di normalizzazione dei tassi, è ora chiamata ad un’attenta gestione del rischio.

L’ESPANSIONE GLOBALE PROSEGUIRÀ


“Siamo convinti che questi aggiustamenti di politica monetaria aiuteranno a tenere in vita l’espansione globale, ed è sulla base di questo ottimismo che basiamo la nostra strategia di investimento” fa sapere Ken Leech, CIO di Western Asset (affiliata del gruppo Legg Mason), secondo il quale la crescita globale dovrebbe presto ritrovare una sincronia agevolando soprattutto i mercati emergenti.

LE ANALISI DELLE DIVERSE SITUAZIONI


Le conclusioni a cui giunge l’esperto sono il frutto delle sue analisi sulle diverse situazioni che, a vario titolo, stanno influenzando le aspettative dell’economia e il sentiment degli investiori: dalle decisioni della Fed ai pericoli politici in Europa (Brexit e braccio di ferro Italia – Ue), dalla guerra commerciale alla forte correzione dei mercati emergenti.

Alla ricerca delle opportunità del 2019 in Europa, emergenti e M&A


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IN ATTESA DI UNA PAUSA DELLA FED


La Fed, dopo alcune affermazioni di Powell durante l’anno che hanno confuso gli investitori, di recente è tornata ad una retorica più prudente. “Il presidente Powell ha dichiarato che i tassi della Fed sono molto vicini al range neutrale (più o meno tra il 2,5% e il 3,5%), cioè né espansivi né restrittivi. Crediamo che, nel momento in cui sarà evidente che le prospettive di crescita e di inflazione sono destinate al ribasso, la Fed adotterà una pausa nel ciclo di rialzi” sostiene Ken Leech.

POLITICA ECONOMICA CINESE RIBALTATA


Per quanto riguarda invece le tensioni commerciali tra USA e Cina, per quanto siano state determinanti nell’alimentare incertezza sulle prospettive dell’economia globale e nelle scelte di investimento delle aziende, per Ken Leech l’aspetto più importante oggi è il ribaltamento della politica economica cinese che la trade war ha provocato. “La campagna di deleveraging (contrasto all’uso smodato della leva finanziaria, ndr) portata avanti dalle autorità di Pechino a inizio anno è ormai superata. Tagli ai tassi di interesse, riduzione degli obblighi di riserva, aumenti mirati della spesa fiscale, alleggerimento del peso fiscale e una rinnovata enfasi sul credito al settore privato dovrebbero permettere nei prossimi trimestri una inversione di tendenza del rallentamento dell’economia cinese” precisa l’esperto.

EUROPA, SCHIACCIATA TRA BREXIT E SITUAZIONE ITALIANA


Passando all’Europa, è evidente come i problemi legati alla Brexit e alla contesa tra governo italiano e Commissione Europea sul bilancio 2019 siano stati una zavorra alla crescita del Vecchio Continente. Tuttavia, secondo Ken Leech la distanza tra le Italia e Ue nella discussione sul bilancio 2019 non è poi così grande mentre è probabile che alla fine prevalga un accordo simile a quello proposto attualmente dalla Ue al premier Theresa May.

MERCATI EMERGENTI, L’ASSET CLASS DA TENERE D’OCCHIO


Una recessione globale causata dai tutti questi fattori negativi risulterebbe altamente deleteria soprattutto per i mercati emergenti le cui asset class finanziarie, non a caso, sono state fortemente penalizzate quest’anno diventando le più sottovalutate.
“Gli spread di rendimento tra il debito degli emergenti e quello dei mercati sviluppati sono vicini ai livelli del 2008 e del 2016 mentre le valute sono trattate ad un livello inferiore del 35% rispetto a cinque anni fa. Inoltre il differenziale tra il rendimento reale (al netto dell’inflazione) dei mercati emergenti e quello dei mercati sviluppati ha raggiunto il livello più alto degli ultimi 15 anni” puntualizza Ken Leech. Il quale, alla luce delle sue analisi e di queste valutazioni, candida i mercati emergenti ad essere l’asset class che, più di ogni altra, potrà beneficiare al meglio di qualsiasi attenuazione dei rischi globali.
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