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Ansia sui mercati? Il rendimento del Bund sconta l’effetto parafulmine

Per Western Asset (Legg Mason) i Bund tedeschi riflettono un eccessivo pessimismo e i loro rendimenti dovrebbero tornare in positivo a un livello di almeno lo 0,2%

di Redazione 5 Luglio 2019 14:43

Nel giro di alcuni mesi, da fine ottobre a oggi, il quadro di riferimento per gli investitori è profondamente cambiato. Se nell’autunno 2018 prevalevano i timori di una possibile imminente recessione al cospetto di politiche monetarie restrittive, adesso l’ala protettrice delle banche centrali, che nel frattempo si sono votate di nuovo a politiche monetarie accomodanti, ha ridato slancio alle asset class rischiose. Ma non per questo ne hanno sofferto i titoli di Stato dei paesi ‘core’: anzi, il rendimento dei Bund tedeschi decennali si è contratto dallo 0,5% al -0,4%. Questo movimento, secondo l’analisi di Gordon Brown, portfolio manager di Western Asset (affiliata Legg Mason), trova spiegazione con il fatto che i Bund hanno beneficiato dello status di parafulmine per le ansie dei mercati.

MOLTEPLICI FATTORI DI PREOCCUPAZIONE


Preoccupazioni che sono alimentate da molteplici fattori: dall’escalation delle tensioni commerciali globali al sostanzioso rialzo dei prezzi (con conseguente drastico calo dei rendimenti) dei Treasury Usa dal novembre 2018 a oggi, dal rischio crescente di un no-deal per la Brexit alle tensioni tra Roma e Bruxelles per la procedura di infrazione per debito eccessivo, fino alle aspettative disattese di inflazione.

FOCUS SUI FONDAMENTALI MACROECONOMICI


Il manager, il cui approccio resta fermamente ancorato ai fondamentali macroeconomici che, a cascata, determinano le valutazioni, pur non escludendo che i rendimenti dei governativi di Berlino possano scendere ulteriormente, è convinto che gli attuali tassi dei Bund riflettano troppo pessimismo e non siano in linea con i fattori macro chiave di lungo termine, a cominciare dagli ultimi dati macro economici della zona euro.

MERCATO DEL LAVORO E CONSUMI BEN INTONATI


“Se esaminiamo i driver di crescita interni possiamo constatare che restano robusti in gran parte dei Paesi della zona euro, Germania compresa, e, almeno finora, sono risultati resilienti alla prolungata debolezza del settore manifatturiero. Più in particolare, si nota che il mercato del lavoro resta ben intonato grazie anche a una buona crescita dei redditi che sostiene i consumi privati”, spiega Gordon Brown.

CRESCITA DELL’EUROZONA ALL’1% QUEST’ANNO


ll quale, incrociando gli indicatori di lungo periodo con i dati reali correnti, ritiene plausibile una crescita nell’eurozona intorno all’1% per l’anno in corso. Un dato non straordinario, ma sufficiente a scongiurare i timori di recessione. Anche perché, come ha annunciato Draghi, la Bce è pronta a sostenere la ripresa con politiche monetarie accomodanti restando in allerta se dovessero emergere rischi di flessione significativi.

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BUND TEDESCHI SOPRAVVALUTATI


Per queste ragioni, ed escludendo un’escalation nelle guerre commerciali, e una decisa frenata dell'economia statunitense o cinese nel prossimo semestre, Gordon Brown reputa eccessivo il pessimismo che sostiene il livello dei rendimenti dei titoli dei mercati sviluppati e, all'interno di questo universo, considera i Bund tedeschi i titoli più sopravvalutati.

GOVERNATIVI DECENNALI DELLA GERMANIA VERSO LO 0,20%


I rendimenti dei governativi di Berlino a 10 anni si attestavano al di sopra del mezzo punto percentuale fino a ottobre dello scorso anno, in un periodo nel quale l'economia tedesca evidenziava segnali di contrazione. “Se la nostra previsione di base che prevede una crescita comunque discreta fosse confermata, i rendimenti dei Bund decennali dovrebbero risalire in territorio positivo con un rendimento almeno pari allo 0,2% raggiunto a fine 2018”, conclude Gordon Brown.
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