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Obbligazioni: inflazione, emergenti, rendimenti e altri miti da sfatare

Nick Gartside di JP Morgan individua 5 falsi miti sulle obbligazioni ed esorta gli investitori ad essere più selettivi e puntare a generare plusvalenze senza perdere capitale.

6 Aprile 2018 10:58
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Poca apprensione per l’inflazione e una eccessiva preoccupazione per le vicende politiche. Obbligazioni societarie con valutazioni tirate e paesi emergenti tutti uguali. Reddito fisso che, come dice la parola stessa, garantisce rendimento. Sono questi i 5 miti sulle obbligazioni nel 2018 che ha esaminato Nick Gartside, gestore del JPMorgan Funds - Global Bond Opportunities Fund, giungendo alla conclusione che potrebbero rivelarsi fallaci: ecco le contromisure indicate dal manager.

L’INFLAZIONE POTREBBE SORPRENDERE AL RIALZO


Cominciamo dall’inflazione. Se è vero che in generale i dati relativi ai prezzi al consumo non sembrano allarmare, è altrettanto vero che alcune avvisaglie su un possibile cambio di regime si intravedono in particolare negli Stati Uniti. Gli investimenti aziendali, inoltre, hanno registrato un forte incremento nel 2017 e questo, di solito è associato ad un incremento della produttività che, a sua volta, storicamente ha alimentato la crescita dei salari. Non solo. In Europa, mentre i tassi di interesse veleggiano come se il Vecchio Continente fosse ancora in crisi, la ripresa è in atto e diffusa.

PREOCCUPAZIONI POLITICHE SOVRASTIMATE


“Se si tiene conto che i rendimenti di quasi un terzo del mercato obbligazionario europeo sono ancora in territorio negativo, si potrebbe assistere a un forte riprezzamento con tassi in rialzo e prezzi delle obbligazioni (che si muovono in direzione opposta ai rendimenti) in ribasso” specifica Nick Gartside. Il manager, al contrario, reputa sovrastimate le preoccupazioni circa le vicende politiche. In Europa, in particolare, Nick Gartside ricorda come le indagini sulle percezioni indicano un maggiore sostegno all’Euro in tutta la regione. “Più in generale, le elezioni generali in Russia e Messico, nonché le probabili elezioni anticipate in Turchia, non dovrebbero avere ripercussioni sui mercati finanziari globali” spiega il gestore.

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OBBLIGAZIONI SOCIETARIE ANCORA ATTRAENTI


Gartside non crede affatto che il mercato obbligazionario societario sia in bolla. Il manager è infatti convinto che gli spread (extra rendimenti rispetto ai titoli di stato) delle obbligazioni investment grade globali potrebbero restringersi da 94 punti base (+0,94%) a 80 punti base (+0,80%): nell’high yield USA gli attuali spread di 363 punti base (+3,63%) potrebbero contrarsi fino a 300 punti base (+3,00%). Il quarto mito sfatato da Nick Gartside è quello secondo cui ‘tutti i mercati emergenti sono uguali’.

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PERCHE’ PIACCIONO RUSSIA E INDONESIA


“La dispersione tra i mercati emergenti non è mai stata più grande – come evidenziato dai rendimenti e dai tassi d’interesse” puntualizza il manager che attualmente favorisce i paesi con rendimenti reali (al netto dell’inflazione) elevati e un ulteriore margine di compressione, come l’Indonesia e la Russia.  Infine, il quinto e, per certi versi, più insidioso dei miti obbligazionari: la convinzione che ancora oggi il reddito fisso sia garanzia di rendimento. “In questo contesto gli investitori dovranno essere più selettivi se vorranno guadagnare. Dovranno cioè generare plusvalenze ed evitare perdite di capitale, per produrre reddito” avverte Nick Gartside.
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