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Obbligazioni, meglio ridurre la dipendenza dal ciclo economico

I recenti toni più accomodanti della Fed hanno dato slancio anche alle obbligazioni ma un cambiamento dei fattori tecnici o delle dichiarazioni delle Banche Centrali potrebbe causare una repentina inversione del clima di fiducia

13 Febbraio 2019 15:30
financialounge -  ciclo economico USA Federal Reserve J.P. Morgan Asset Management obbligazioni

L’attuale trend del mercato delle obbligazioni è molto diverso da quello sperimentato nell’ultimo trimestre dello scorso anno. Sul finire del 2018 prevalevano i timori sull’approccio, via via sempre più restrittivo, messo in campo dalle banche centrali con il risultato che la propensione al rischio è drasticamente scemata: i titoli di stato hanno registrato tra novembre e dicembre 2018 un rialzo superiore ai due punti percentuali (in base all’indice J.P. Morgan Government Bond Global Index) mentre gli attivi più rischiosi, anche all’interno del reddito fisso, hanno contabilizzato una sostanziale correzione.

CAMBIO DI CLIMA DA INIZIO 2019


Da inizio anno, invece, i prezzi delle obbligazioni societarie sono risaliti (mentre i rendimenti, che si muovono in direzione opposta, sono scesi) sulla scia del cambio di regime delle banche centrali. A cominciare dalla Federal Reserve che nel suo primo meeting del 2019 ha fatto ipotizzare la possibilità di una sospensione del suo percorso sia di rialzo dei tassi e sia della riduzione del bilancio. Una svolta che ha riacceso l’appetito al rischio, spingendo al rialzo anche le quotazioni nel reddito fisso di medio-bassa qualità.

MINORE ESPOSIZIONE ALL’ANDAMENTO DEL CICLO


Il team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management, tuttavia, suggerisce agli investitori amanti delle obbligazioni prudenza. Da un lato l’esposizione al rischio deve essere misurata mentre, dall’altro, è meglio procedere con un graduale passaggio a investimenti meno esposti all’andamento del ciclo. Il motivo? L’attuale clima di fiducia ha un equilibrio precario: è sufficiente che i toni delle dichiarazioni delle Banche Centrali cambino nelle prossime settimane o che fattori tecnici siano meno di supporto al mercato per rendere l’investimento in obbligazioni più instabile e rischioso.

FED PIU’ ATTENTA AI DATI DEL MONDO DEL LAVORO


“Il cambiamento di tono della Fed sembrerebbe indicare una maggiore attenzione al mercato del lavoro e alla stabilità dei prezzi, ai fattori esterni come il deterioramento delle condizioni finanziarie e della crescita globale” spiega il Team. Questo vorrebbe dire che l’attuale ciclo, già tra i più lunghi della storia statunitense, potrebbe prolungare la propria durata alla luce delle basse pressioni inflazionistiche. Tuttavia, se la crescita globale dovesse registrare un ritmo più dinamico oppure l’incremento delle retribuzioni facesse pressione sull'inflazione non si può affatto escludere, secondo il Team, una nuova stretta da parte della Fed entro la fine dell’anno.

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I FATTORI TECNICI DA TENERE SOTTO CONTROLLO


Per quanto riguarda poi i fattori tecnici, il mercato delle obbligazioni da inizio anno si è finora giovato di due elementi di supporto: un’offerta piuttosto contenuta e una robusta domanda di attivi con rendimenti elevati. Nell’ambito invece dei titoli del Tesoro USA (Treasury), i rendimenti positivi registrati negli ultimi mesi sembrerebbero essere riconducibili, in larga misura, alla sostanziale sottoesposizione degli investitori, come evidenziato dalle indagini di posizionamento e i segnali dell’economia reale. Tuttavia, come puntualizza il Team, alla luce del recente incremento dell’esposizione del mercato ai Treasury questo impatto positivo si sta affievolendo. Il Team, infine, suggerisce di tenere sotto controllo un altro fattore tecnico: il ciclo di normalizzazione del bilancio della Fed, che dovrebbe concludersi nel primo trimestre del 2020, se non prima. Non è semplice stabilire quale possa essere l’impatto diretto di questa operazione sui mercati, ma secondo il Team la sommatoria complessiva dovrebbe determinare ripercussioni positive.
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