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Italia in sicurezza se non supera il 2% di deficit 2019

Per Maria Paola Toschi di J.P. Morgan AM oggi il sistema bancario italiano è decisamente meglio impostato rispetto agli anni passati. L'auspicio è che il deficit di bilancio 2019 sia contenuto entro il 2%.

7 Settembre 2018 07:50
financialounge -  banche italiane J.P. Morgan Asset Management legge di bilancio 2019 Maria Paola Toschi Morning News https://www.flickr.com/photos/ramella/1861002263

Quest’anno le banche italiane hanno rappresentato un punto critico per Piazza Affari, soprattutto dopo il varo del governo Lega–5Stelle a causa del forte allargamento dello spread. Tuttavia, Maria Paola Toschi, market strategist di J.P.Morgan Asset Management in questa intervista esclusiva a FinanciaLounge suggerisce di guardare oltre lo spread e di focalizzarsi sui significativi miglioramenti che il sistema bancario ha registrato in questi ultimi anni. Mentre, per quanto riguarda la prossima legge di bilancio italiana per il 2019, indica una precisa percentuale di deficit di bilancio, auspicabilmente da non superare: il due per cento.

Cosa pensa del sistema bancario italiano? Ritiene che le attuali quotazioni delle banche italiane siano corrette?


“Le banche italiane sono ovviamente sensibili al tema spread avendo in portafoglio una quota consistente del debito pubblico italiano. Secondo gli ultimi dati del MEF le banche italiane hanno oggi in portafoglio circa il 18% del debito pubblico italiano, quota scesa dal 23% circa che detenevano prima dell’inizio del QE. Mentre la quota detenuta da Bankitalia è salita al 19% (dal 5,5% prima del QE). Ciò significa che continua ad esserci un vincolo molto forte tra quanto la gestione del debito sarà virtuosa, gli effetti sullo spread e sui tassi italiani e le conseguenze sul sistema bancario e sul mercato azionario italiano, dove il peso di banche e istituzioni finanziarie resta elevato. Tuttavia è importante ricordare che questo non è l’unico aspetto da considerare per il sistema bancario italiano. Molto si sta facendo e si è fatto in termini di gestione del tema dei Non performing loans (sofferenze). Quindi credo che oggi il sistema bancario sia decisamente meglio impostato rispetto agli anni passati. Secondo quanto rileva anche Bankitalia, i rischi del sistema bancario italiano sono in costante calo. Grazie alla contrazione dei nuovi crediti deteriorati (tornati ai livelli pre-crisi) e alla cessione di sofferenze operate da vari istituti, i coefficienti patrimoniali tendono verso la media delle banche europee”.

Siamo in attesa del Dpef e della legge di bilancio 2019. Secondo lei quale potrebbe essere la percentuale di deficit 2019 dell’Italia che i mercati potrebbero accettare senza eccessive preoccupazioni e senza un ulteriore allargamento dello spread?


“C’è molta attesa sulla presentazione del budget 2019 e su come verranno conciliate le promesse contenute nel programma di governo che includono reddito di cittadinanza, revisione della legge Fornero e flat tax e rispetto dei vincoli europei. Le ultime indicazioni sembrano orientate a trovare una sintesi tra le varie esigenze. Sarà un esercizio non semplice che potrebbe comportare una certa gradualità nell’introduzione di riforme o contro-riforme. Secondo la legge di bilancio 2018 il deficit era atteso all’1,6% nel 2018 e 0,8% nel 2019. Questi target sono ormai superati e sarebbe rassicurante ai fini dei mercati che si ragionasse su un livello di deficit vicino al 2% che sembra l’orientamento attuale e che manterrebbe un certo margine di manovra”.

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