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Investitori obbligazionari alla prese con le diverse sfide poste dalle banche centrali

Gli esperti di JP Morgan AM segnalano l’aumento significativo dei costi di copertura in USD sulla scia dell’aumento dei tassi d'interesse statunitensi.

16 Ottobre 2017 09:55
financialounge -  banche centrali dollaro High Yield J.P. Morgan Asset Management mercati obbligazionari tassi di interesse USA

Le recenti decisioni delle banche centrali orientate a normalizzare le politiche monetarie dopo anni di allentamento monetario, pongono diverse sfide agli investitori in particolare quelli con valute di riferimento (nei loro portafogli) diverse dal dollaro USA. Questi ultimi, infatti, dovranno sostenere costi di copertura superiori sulla scia dell’aumento dei tassi americani.

“I costi di copertura per gli investitori denominati in euro e yen sugli strumenti in USD sono schizzati su nuovi massimi, pari a circa il 2,1% (annualizzato) per l’euro e all’1,9% per lo yen” fa sapere il team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management, secondo il quale, tuttavia, questa situazione costituisce un’opportunità per i gestori attivi, capaci di concentrarsi sugli strumenti a maggior rendimento che beneficeranno del favorevole contesto economico globale e che sono in grado di assumere posizioni incentrate sul valore relativo e sull’alfa (extra rendimento rispetto alla media di mercato).

Il team ritiene interessanti alcune specifiche obbligazioni societarie high yield, dal momento che i fondamentali aziendali bottom-up (ovvero relativi a singoli emittenti) rimangono su una traiettoria positiva. Sempre secondo il team, c’è ancora valore anche in determinati segmenti del mercato obbligazionario investment grade.

“Al contempo, le divise e le obbligazioni in valuta locale dei Mercati Emergenti mantengono la loro attrattiva da un punto di vista delle valutazioni. Tuttavia preferiamo finanziare l’esposizione ai cambi mediante una combinazione di più divise e non ricorrendo esclusivamente al dollaro USA” puntualizza il team che conclude soffermandosi sui titoli di stato americani: “Il mercato ingloba nei prezzi probabilità sempre maggiori di un nuovo aumento dei tassi d’interesse statunitensi a dicembre, che, se dovesse materializzarsi, imprimerebbe ulteriore slancio al dollaro USA, spingendo ancora più in su i rendimenti dei Treasury”.
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