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Belt and Road

Materie prime, l’ultima frontiera della Nuova Via della Seta

Dall’uranio alle fonti di energia rinnovabile passando per il petrolio, sono innumerevoli le opportunità che si creeranno con gli investimenti in infrastrutture finanziati dalla Nuova Via della Seta

di Redazione 1 Ottobre 2019 16:28

C’è un filo rosso che unisce la Nuova Via della Seta all’uranio e, più in generale, alle materie prime. Gli investitori che puntano sulla Belt and Road, progetto che si propone di allestire una nuova rete infrastrutturale in grado di rendere ottimali i collegamenti commerciali tra i Paesi dell'Eurasia, potranno infatti beneficiare anche del ricco e vasto mercato delle commodity grazie agli ingenti investimenti in infrastrutture. Progetti che, per esempio, aprono grandi opportunità sul fronte dell’energia rinnovabile, ma non solo.

URANIO, UN CASO DA MANUALE


L’uranio rappresenta un caso da manuale. Il suo prezzo, dopo aver raggiunto nel giugno 2007 un picco a 152 dollari l’oncia, ha iniziato una parabola discendente durata 10 anni che ne ha spinto le quotazioni fino ad un minimo di 19,75 dollari nel maggio 2017. Ora si attesa sui 25 dollari dopo essere stata la migliore materia prima nel 2018, un anno in cui, stando ai dati di Bloomberg elaborati nell’aprile 2019, oltre il 95% di tutte le classi di investimento hanno registrato performance negative.

LA ROTTA KAZAKHA


Migliorare i livelli di produzione di questa e di altre materie prime, grazie a investimenti e costruzioni di infrastrutture, costituisce un aspetto di assoluto rilievo, che apre di fatto importanti opportunità agli investitori alla ricerca di impieghi a medio lungo termine. In quest’ottica, la cosiddetta "Rotta Kazakha", parte del più ampio disegno Belt and Road Initiative, costituisce un esempio illuminante.

PROGETTI TRA IL CORRIDOIO SETTENTRIONALE E QUELLO MERIDIONALE


Il territorio interessato è attraversato da numerosi corridoi internazionali che ben lo collegano al continente euroasiatico. Il Kazakhstan potrà beneficiare sia degli scambi già esistenti (oltre 1.000 miliardi di dollari, per esempio, quelli tra la Cina e il Vecchio Continente, e quasi altri 90 miliardi l’anno quelli tra Cina e Russia, e tra Mosca e Medio Oriente), e sia dai nuovi, in virtù dei molteplici progetti tra il corridoio settentrionale e quello meridionale.

Sostenibilità e Nuova Via della Seta nel roadshow di Invesco


Sostenibilità e Nuova Via della Seta nel roadshow di Invesco






CASPIAN PIPELINE CONSORTIUM


A cominciare dal Caspian Pipeline Consortium, il consorzio del gasdotto caspico che percorre oltre 1.500 chilometri dal giacimento petrolifero di Tengiz a quello del Mar Nero di Novorossysk. Il miglioramento delle vecchie infrastrutture, che risalivano al periodo sovietico, ha permesso di aumentare la portata a 1,4 milioni di barili di greggio al giorno. Nel lungo elenco di progetti figurano anche l’oleodotto Kazakhstan - Cina, quello Uzen – Atyrau – Samara e quello che collega Baku a Tbilisi e Ceyhan: quest’ultima si impegna a fornire 500mila barili al giorno trasportandoli a Baku dal Mar Caspio tramite petroliere.

IL FONDO SPECIALIZZATO DI INVESCO


Come riuscire a cogliere queste opportunità limitando i rischi? Occorre affidarsi a gestori dalla comprovata esperienza sul campo e dotati delle risorse per analizzare e tenere costantemente sotto osservazione gli innumerevoli progetti e le aziende che potrebbero beneficiarne al meglio. Un lavoro svolto per esempio, dal team di gestione dell’Invesco Belt and Road Debt Fund. Si tratta di un fondo d’investimento che analizza e ricerca in modo rigoroso le obbligazioni che potrebbero beneficiare, direttamente o indirettamente, delle ricadute della Nuova Via della Seta. Il team di gestione può investire fino al 10% in titoli azionari ma è su quelli obbligazionari che concentra il portafoglio. E, all’interno di questa componente, una quota importante è destinata alle nuove emissioni dei bond Belt & Road in dollari Usa che, in base alle approfondite analisi dei professionisti di Invesco, dovrebbero beneficiare di interessanti plusvalenze.
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