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La strategia di contrattacco alla crisi

13 Aprile 2012 20:00
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La crisi del debito sovrano della zona euro ha provocato dalla scorsa estate una forte instabilità sui mercati finanziari. Gli investitori hanno diminuito la propensione al rischio privilegiando le asset class ritenute porti sicuri quali, per esempio, i titoli di Stato tedeschi e americani e l’oro, e concentrando l’attenzione su tutte le fonti di pericolo possibili presenti nei propri portafogli.

Christian Ulrich, Portfolio Manager di Invesco Balanced Risk Allocation (IBRA) fund spiega una strategia d’investimento in grado di rispondere in modo flessibile alle diverse, anche completamente tra loro, fasi di mercato in modo da tenere sotto controllo i rischi e generare performance.
"I mercati tendono a modificarsi velocemente e uno dei più grandi pericoli è un processo d’investimento statico: è di fondamentale importanza che i processi di investimento siano sottoposti a regolari revisioni formali e, se necessario, adattati" dichiara Ulrich che poi prosegue: "L’IBRA Fund si basa su un approccio di rischio bilanciato. I portafogli classici bilanciati possono apparire equilibrati con una allocazione ripartita a metà tra azioni e bond ma il loro rischio è fortemente influenzato dall’andamento delle Borse che può portare a notevoli perdite in conto capitale durante le fasi sfavorevoli del mercato. L'obiettivo a lungo termine dell’IBRA fund è una volatilità di circa l'8% che equivale a circa la metà di quella di un portafoglio azionario tradizionale".

L’approccio di Ulrich non consiste nel ricercare un’asset allocation equilibrata, ma piuttosto quella di pesare le singole classi di asset sulla base dei loro rispettivo contributo strategici al rischio di portafoglio.

"Ciò significa che investiremo tendenzialmente un terzo del rischio di portafoglio strategico in azioni, obbligazioni governative e commodity, rispettivamente. Questo consente di eliminare la dipendenza del portafoglio alla esposizione in azioni e di catturare una buona percentuale di extra rendimento in quanto le singole classi di asset sono ampiamente diversificate: il risultato è un portafoglio in cui ogni classe di attività (azioni, bond e materie prime) contribuisce per almeno il 16% e al massimo per il 50% al rischio del portafoglio totale" puntualizza Ulrich.

L’IBRA fund nel mese di agosto 2011 ha ridotto l’esposizione globale sull’azionario e un certo numero di posizioni sulle materie prime assumendo un sovrappeso tattico in titoli di stato e oro: questo ha permesso di contenere i rischi in un periodo di altissima volatilità dei mercati finanziari e di realizzare ottime performance.
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