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La diversificazione valutaria efficiente

23 Maggio 2013 08:30
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Bassi tassi di interesse dei titoli governativi core, spread ai minimi per quanto riguarda i corporate bond dell’area euro e in dollari Usa, inflazione in tendenziale contrazione: in questo contesto, i titoli obbligazionari dei Paesi emergenti in valuta locale possono rappresentare una valida alternativa d’investimento.
L’ampia diversificazione del mercato e le differenze tra i singoli paesi consentono di ottimizzare le scelte di portafoglio.

A cosa è dovuto il particolare interesse per le obbligazioni dei Paesi emergenti in valuta locale a cui si è assistito negli ultimi tempi? A nostro parere, questi titoli possono assumere un ruolo davvero importante all’interno di un portafoglio bilanciato per almeno tre importanti ragioni: l’ampiezza del mercato, la diversificazione, il rapporto rischio/rendimento.

Un mercato esteso

La capitalizzazione del debito in valuta locale dei mercati emergenti ha registrato un costante aumento ed oggi si attesta a circa il triplo di quella dei corrispondenti mercati in valuta forte. Molti Paesi vantano curve dei rendimenti molte estese fino a toccare scadenze trentennali. Anche la liquidità del debito in valuta locale è in corso di miglioramento vista la contrazione degli spread denaro-lettera e il costante aumento dei volumi scambiati.

Diversificazione

La correlazione tra l’indice JPM GBI Emerging Market e le altre asset class, in particolare i Treasury USA, è molto contenuta e indica che questo investimento può contribuire a diversificare un portafoglio complessivo. Inoltre, il fatto che la correlazione tra le differenti valute dei mercati emergenti e quella tra le obbligazioni emesse dai diversi Paesi sia spesso ridotta rappresenta un’ulteriore fonte di diversificazione del rischio.

Le valute volatili quali il rand sudafricano e la lira turca sono fortemente correlate l’una all’altra, ma la loro correlazione rispetto a valute poco volatili come il ringgit malese e il rublo russo è molto bassa. Anche i rendimenti possono essere scarsamente dipendenti. Infatti, mentre alcune banche centrali dei mercati emergenti stanno incrementando i tassi di interesse, in altri Paesi si può assistere a un allentamento della politica monetaria. Al contrario, quando le emissioni di titoli di debito sono denominate in dollari USA, la correlazione con i Treasury USA risulta decisamente superiore, così come le correlazioni tra i diversi Paesi dei mercati emergenti.

Rischio / rendimento

Storicamente, un paniere diversificato di titoli di debito in valuta locale dei mercati emergenti presenta una volatilità inferiore e rendimenti superiori rispetto ad uno di titoli di debito in valuta forte dei mercati emergenti. Inoltre, nel lungo periodo, i valori dell’indice di Sharpe (cioè dei rendimenti corretti per il rischio) per il paniere in valuta locale sono superiori rispetto a quelli dell’indice S&P 500, dei Treasury USA, dell’high yield USA e delle azioni dei mercati emergenti.

Conclusioni

Le numerose crisi che hanno colpito gli emerging markets negli anni Novanta hanno costretto tali paesi a varare riforme che si sono rivelate utili per affrontare la recente crisi finanziaria globale. Dopo gli anni Novanta, diversi mercati emergenti sono passati
a regimi di cambi flessibili, hanno rafforzato i rispettivi sistemi finanziari e l’indipendenza delle proprie banche centrali, riducendo al contempo la dipendenza dai prestiti esteri.

Nonostante i rendimenti negativi registrati dai mercati emergenti al culmine della crisi creditizia globale, la solidità dei relativi fondamentali li ha aiutati a superare la crisi e riprendersi più rapidamente rispetto ai mercati sviluppati. Tuttavia ciò non implica che i mercati emergenti siano esenti da rischi; tra i più importanti si segnalano la scarsa trasparenza, la fragilità a livello istituzionale e un più elevato pericolo di cambiamenti a livello normativo, legale o politico. Inoltre, in un contesto caratterizzato dalla contrazione economica dei mercati sviluppati, si potrebbe mettere in dubbio la capacità di prosperare dei mercati emergenti.

A nostro parere, tuttavia, non si può parlare di mercati emergenti in maniera generalizzata, in quanto ciascun mercato presenta peculiarità in grado di far registrare buone performance in determinate condizioni di mercato. Mentre normalmente i
mercati emergenti tenderebbero a registrare buone performance in presenza di mercati sviluppati stabili, si rilevano importanti differenze tra i singoli Paesi.

Le economie di alcuni Stati potrebbero evidenziare una tenuta decisamente superiore in presenza di un rallentamento dei mercati sviluppati, mentre in altre gli investitori potrebbero essere adeguatamente remunerati per il livello di rischio implicito. A nostro parere, la comprensione di questi rischi è utile per chi investe attivamente nei paesi in via di sviluppo, permettendo di destreggiarsi più agevolmente nella selezione degli investimenti.
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