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ETF, non ci si può improvvisare leader globali di mercato

Per Sergio Trezzi (Invesco) è giunto il momento della svolta per gli ETF. I veri grandi player di mercato devono sfruttare le economie di scala ed essere innovativi.

28 Maggio 2018 11:59

Dal 2000 ad oggi, il mercato degli ETP (exchange traded products, ovvero l’insieme che aggrega ETF, ETN ed ETC), ha registrato un salto dimensionale eccezionale. Basti pensare che dai 79 miliardi di dollari di AUM (asset under management) del 2000 a fine aprile di quest’anno il patrimonio sottostante era arrivato a 4.887 miliardi. Un tasso di crescita esponenziale che non sembra ancora rallentare nonostante le già notevoli dimensioni: basti pensare che nel 2017, la crescita dell’AUM è stata superiore al 36 per cento (passando dai 3.497 miliardi di dollari di fine 2016 ai 4.756 miliardi di dicembre 2017).

ETF AD UN PUNTO DI SVOLTA


Ma oggi, come fa notare Sergio Trezzi, Managing Director, Head of Retail Distribution EMEA (ex UK) & Latam di Invesco, l’industria degli ETF è probabilmente ad un punto di svolta. “Negli anni passati è stata registrata una crescita robusta grazie ad una serie di condizioni ottimali. Una di questa è da ricercarsi nella presenza di gestori ‘attivi’ non di qualità rispetto ai quali gli ETF hanno saputo far valere la leva del prezzo (molto più conveniente). In secondo luogo, va menzionato un mercato beta-bull (cioè che è cresciuto in modo, quasi, costante e senza molte differenze a livello geografico e settoriale), che ha permesso una positiva e crescente linearità delle performance senza volatilità che è stata possibile catturare in modo semplice dagli ETF” specifica l’esperto.

GAMMA LIMITATA DI PRODOTTI


Un contesto che ha visto esordire sul mercato degli ETF un numero crescente di asset manager, spesso proponendo una gamma limitata di prodotti a gestione passiva. “L’analisi del mercato e i numeri dimostrano però che gli ETF sono un business in cui la massa conta e fa la differenza. Non solo, oggi appare sempre più evidente come la disponibilità di una distribuzione globale risulti fondamentale per sfruttare le economie di scala, che degli ETF sono un ‘must’” sottolinea Sergio Trezzi.

APPROFONDIMENTO - VIDEO
Invesco lancia il primo ETF PIR Multi Asset, intervista a Sergio Trezzi

DUE TENDENZE CONTRAPPOSTE


A questo proposito, l’esperto nota come sul mercato si stiano contrapponendo due tendenze: da un lato, nuovi operatori disposti a partecipare a nicchie di mercato e, dall’altro, un forte consolidamento. Invesco, in particolare, è attiva in questo secondo filone. Infatti, in virtù di una lunga tradizione nel mercato degli ETF iniziata nel 2006 con l’acquisizione di PowerShares, leader negli ETF Smart Beta, Invesco ha proseguito con operazioni mirate di elevato standing qualitativo che ha portato all’acquisizione di Source in Europa e di Guggenheim negli Stati Uniti.

INVESCO, BIG PLAYER MONDIALE


Un processo di consolidamento che rende Invesco oggi il quarto gestore di ETF per masse con oltre 200 miliardi e un ampio range di soluzioni disponibili in ogni continente. “C’è un aspetto che non va poi trascurato” tiene a puntualizzare Sergio Trezzi “Sempre più clienti (dagli istituzionali ai gestori di portafoglio, dai wealth manager ai consulenti finanziari) si avvalgono di ETF per coprire alcune aree di investimento del proprio portafoglio. Ne deriva che le differenti soluzioni (azionarie e obbligazionarie, core e satellite, cap-weighted e smart beta), risultano tutte rilevanti, confermando la necessità di grandi dimensioni per essere un player di peso sul mercato”.

IL FATTORE INNOVATIVO


Il tutto senza dimenticare l’aspetto dell’innovazione che, anche nel caso degli ETF, sta distinguendo la gamma di offerta. Un esempio concreto, in questo senso, è il comparto Invesco PowerShares ETF Italian PIR Multi-Asset Portfolio. “Rappresenta il primo ETF multi-asset capace di adempiere alle specifiche PIR ad un costo limitato con grande trasparenza. Tutti elementi importanti per tutelare l’investitore finale che desidera sfruttare al meglio le piattaforme di investimento disponibili sul mercato” conclude Sergio Trezzi.
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