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Borse, Europa e Giappone in prima fila se la crescita globale non delude

Le valutazioni di borsa di Europa e Giappone sono meno spinte di Wall Street e potrebbero agevolare un rialzo se le condizioni macro globali restassero positive.

27 Marzo 2017 10:26
financialounge -  borsa Eurozona giappone Invesco Luca Tobagi politica fiscale Wall Street

Il contesto economico globale di crescita e ripresa dell'inflazione rimane tendenzialmente favorevole alle attività finanziarie considerate più rischiose e più legate al ciclo, come le azioni. Occorre al contempo tenere presente che la corsa dei listini negli ultimi 12 mesi dopo i minimi del febbraio 2016, in particolare quella di Wall Street, è stata rilevante.

Ma Luca Tobagi, CFA Investment Strategist di Invesco, intravede delle opportunità in Europa e in Giappone qualora la crescita globale continuasse il suo graduale miglioramento. “Da un punto di vista geografico, la previsione di una fine imminente della dinamica rialzista di Wall Street è stata fatta ripetutamente e prematuramente negli ultimi 5 anni, come pure la previsione della fine del ciclo espansivo del PIL americano” fa presente Luca Tobagi, che ammette, peraltro, come, negli ultimi anni, il rialzo degli indici di borsa USA abbia tratto beneficio anche dai problemi e dalla percezione, da parte degli investitori, di un maggior rischio nelle altre aree geografiche.

“L'azionario americano ha quindi raccolto i flussi di chi voleva o doveva essere esposto all'asset class, ma temeva gli altri mercati” sottolinea Luca Tobagi, secondo il quale, nel momento in cui gli investitori percepissero un consolidamento del trend di crescita diffuso ad altre regioni (e quindi non limitato agli Stati Uniti) non si potrebbe escludere un'estensione del movimento rialzista ad altri mercati, fra i quali Europa e Giappone sono in prima fila.

“In questo quadro, gli Stati Uniti potrebbero anche diventare una sorta di ‘fonte di finanziamento’, cioè potremmo vedere flussi di capitale in uscita dagli USA e in ingresso in altri mercati azionari: ciò potrebbe avere un effetto sulle performance e potrebbe avvantaggiare Europa e Giappone”.

Inoltre, il consolidamento della ripresa ciclica in Europa e Giappone rende le valutazioni di tali listini, che sono già meno elevate di quelle statunitensi, ancora più attraenti in termini relativi.

"Infine, la dinamica positiva degli utili è un altro elemento fondamentale a supporto dei mercati del Vecchio Continente e del Giappone su cui probabilmente potrebbe riverberarsi una crescita in miglioramento” specifica Luca Tobagi, che poi passa ad indicare i settori dove sono presenti le più interessanti occasioni di investimento: “Se nel breve periodo (6-12 mesi) la dinamica positiva del ciclo economico proseguisse l’attuale impostazione positiva, ne beneficerebbero in misura maggiore non soltanto i settori legati al ciclo ma anche quelli che traggono vantaggio da una ripresa dell'inflazione, che ha iniziato a rianimarsi dalla metà del 2016 e si è poi intensificata dopo l'elezione di Trump”.

Si tratta di un gruppo di settori all’interno dei quali figurano pure quelli che potrebbero trarre i maggiori benefici da eventuali politiche fiscali espansive a supporto della crescita. Ma quali potrebbero essere i principali rischi potenziali per i mercati azionari? “Nel 2017 si parlerà molto di politica, a causa dei cicli elettorali in molti Paesi importanti. Poiché il rischio percepito per la politica non è mai stato così tanto superiore a quello dei mercati azionari, è possibile che rappresenti un pretesto per alimentare correzioni dei listini che potrebbero essere comunque fisiologiche, e non catastrofiche, dopo una lunga fase ascensionale” riferisce Luca Tobagi secondo il quale, però, come sempre, i rischi più pericolosi per i mercati potranno essere quelli non previsti, dei quali quindi non si discute.

“In generale, l'aspetto da valutare con maggiore attenzione, a nostro avviso, è se qualunque fattore di rischio dovesse manifestarsi sia in grado di far deragliare l'economia globale, a cominciare da quella USA, dal suo percorso di crescita. Questo sarebbe un elemento che potrebbe eventualmente destabilizzare lo scenario complessivo e quindi, potenzialmente, anche la visione sui mercati azionari” sostiene Luca Tobagi, che, in assenza di ciò, si aspetta un anno che potrebbe attraversare fasi di turbolenza, come il 2016, ma ancora favorevole ad attività finanziarie come le azioni.
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