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Strategie di portafoglio, priorità alla selezione e all’approccio ‘relativo’ nel comparto obbligazionario

Il 2017 pone molte sfide politiche ed economiche in tutto il mondo ma l’approccio di portafoglio vincente relativamente al comparto obbligazionario è quello basato sulla selezione e sulle scelte ‘relative’.

7 Febbraio 2017 09:38
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Il 2016 ha lasciato in eredità le implicazioni politiche derivanti dagli esiti dei referendum nel Regno Unito e in Italia e della vittoria di Trump nelle presidenziali USA. Implicazioni politiche che potrebbero provocare volatilità e - nel caso degli Stati Uniti - potrebbero anche influenzare le decisioni della Fed, ampliando potenzialmente le divergenze nelle politiche monetarie con ovvie ripercussioni sui mercati finanziari.

In questa intervista esclusiva, Loredana La Pace, Country Head in Italia di Goldman Sachs Asset Management (GSAM), svela le scelte di portafoglio in ambito obbligazionario ed azionario sottolineando però che solo tramite scelte altamente selettive ed un’ottica di lungo periodo, sarà possibile costruire portafogli robusti in termini di rischio – rendimento.

Nel mercato obbligazionario, i tassi di interesse divergenti (per esempio, ma non solo, tra Fed e BCE) dovrebbero essere uno dei temi di investimento del 2017: come trarne vantaggio?

"È vero che le politiche monetarie delle diverse banche centrali stanno diventando divergenti: la Fed, in base al consenso, dovrebbe alzare i tassi almeno due volte quest’anno (per noi di GSAM anche tre volte), la BoJ punta invece a fissare i rendimenti della curva dei tassi e la BCE proseguirà con il suo QE almeno fino al 2018. Tuttavia tali divergenze, che secondo noi sono destinate ad aumentare e ad accelerare, dovranno essere analizzate in modo diverso che in passato per tenere conto anche di quelli che sono meccanismi accomodanti “non tradizionali” di politica monetaria e poterne dunque trarne vantaggio. E il modo più efficace per farlo consiste nell’adottare strategie ‘relative’ tramite esposizioni sia lunghe che corte sui tassi, sulla duration e sulle valute. Strategie di portafoglio capaci di gestire il rischio a parità di rendimento atteso e nel limitare la massima perdita (max drawdown) di portafoglio."

Restando nell’ambito dei mercati obbligazionari, perché siete prudenti sull’high yield statunitense?

"Vi sono diversi motivi: la contrazione degli spread di credito e l’indebitamento elevato riflettono condizioni tipiche della fase finale del ciclo, e questo ci induce ad essere più prudenti, sebbene i tassi di default (fallimenti) attuali si posizionino su livelli minimi e i tassi di mercato restino comunque non eccessivi per le aziende. Detto questo figurano altri aspetti che, sebbene meno rilevanti rispetto a quelli appena citati, costituiscono fattori di supporto all’asset class high yield USA. Sto parlando, per esempio, della crescita economica americana solida ed in aumento, che a nostro avviso potrebbe arrivare al 2.3% nel corso di quest’anno, o delle potenziali riforme dal lato delle imposte societarie che potranno condurre ad un miglioramento degli utili. In secondo luogo il ciclo del credito, che come abbiamo detto pare sia giunto alla fase finale, potrebbe proseguire per un periodo di tempo più lungo rispetto al passato, agevolando le imprese americane. Infine, mentre l’indebitamento delle aziende risulta elevato rispetto alla media storica, e’ anche vero che la capacita’ delle imprese di coprire gli interessi sul debito rimane elevata, compensandone gli effetti negativi."

Passiamo al mercato azionario. Come giudicate quello europeo?

"Siamo diventati neutrali perchè il fitto calendario politico europeo potrebbe essere a nostro avviso un’importante fonte di rischio e stress per il comparto azionario. Dopo i risultati del referendum britannico e di quello italiano nel 2016, quest’anno sono previste importanti elezioni politiche in Francia, Olanda e Germania. Le valutazioni restano attraenti e le previsioni di crescita degli utili per quest’anno sono incoraggianti, tuttavia riteniamo che l’approccio vincente sia quello di selezionare con cura i settori e le società che potranno proseguire la crescita tenendo conto che, a nostro avviso, la crescita in Europa potrebbe rallentare nella seconda parte dell’anno. Se invece si confronta l’equity europeo con il reddito fisso europeo, allora l’azionario è ‘relativamente’ migliore anche per effetto dei dividendi azionari che, essendo notevolmente superiori ai rendimenti dei bond societari europei, offrono un cuscinetto più ampio agli investitori."

Concludiamo con l’azionario mercati emergenti che ha accusato un calo di fiducia da parte degli investitori internazionali dopo la vittoria di Trump mentre voi restante moderatamente positivi, soprattutto in ottica di investimento di lungo periodo: quali le ragioni?

"È importante sottolineare il concetto di ‘investimento di lungo periodo’ perché nel breve termine non escludiamo che i mercati emergenti possano registrare un aumento della volatilità come effetto delle politiche annunciate dall’amministrazione Trump (possibile introduzione di dazi, contrasto alla globalizzazione). Tuttavia, se queste sono le probabili implicazioni a breve termine è altrettanto probabile che nel medio e lungo periodo il dollaro e l’economia USA forte possano determinare maggiori importazioni e i beni e i servizi dei paesi emergenti sono in prima fila in termini di competitività. Inoltre la spesa per infrastrutture americane potrebbe anche avvantaggiare certi mercati emergenti esportatori di materie prime. Abbiamo peraltro notato che a partire dalla seconda metà del 2016 gli utili dei mercati emergenti hanno virato al rialzo grazie alla stabilizzazione delle quotazioni delle materie prime e alle condizioni finanziarie positive. In ogni caso, la selettività sarà determinante perché ci aspettiamo una rotazione dei paesi nell’ambito dell’universo emergente che andrà a premiare soprattutto quelli con i parametri migliori (inflazione in calo, disavanzi commerciali in miglioramento, basso indebitamento, economie in crescita), e all’interno di essi, i settori e le singole aziende più sottovalutate e promettenti."

** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da Goldman Sachs AM


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