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Mercati emergenti verso una possibile rotta rialzista

La sottoperformance degli attivi dei mercati emergenti nel 2018 è riconducile alla crescita inferiore alle attese, ma secondo l’analisi di Goldman Sachs AM questa tendenza potrebbe subire un’inversione

24 Gennaio 2019 07:00

Dopo i severi ribassi–registrati nel 2018, le asset class dei mercati emergenti dovrebbero tornare a salire sulla scia dell’atteso miglioramento della crescita che ne dovrebbe alimentere il potenziale di rendimento. È questa, in estrema sintesi, la conclusione a cui giungono gli esperti di Goldman Sachs Asset Management (GSAM) osservando come la correzione degli attivi dei paesi emergenti, in particolare valute e azioni, sia andata oltre quanto si possa evincere dai fondamentali.

I RIBASSI SONO FISIOLOGICI


“Con il riequilibrio della crescita globale, ci aspettiamo che gli attivi dei mercati emergenti tornino a registrare performance migliori rispetto a quelle dei mercati sviluppati. Tuttavia è importante ricordare che volatilità e drawdown (ribassi) non sono rari in questi mercati e, soprattutto, non precludono il conseguimento di risultati positivi nel lungo periodo”, sostengono i professionisti di GSAM.

CRESCITA COMUNQUE SUPERIORE AL 2016


Nel 2018 il contesto di mercato ha mostrato una forte attenzione verso l’aumento dei tassi di interesse statunitensi, anche per via delle implicazioni sul debito denominato in dollari di molti paesi in via di sviluppo, così come a squilibri delle partite correnti, tensioni commerciali e rallentamento della crescita dell’economia cinese. Tuttavia, la convinzione degli esperti di GSAM è che la sottoperformance registrata lo scorso anno dagli attivi dei mercati emergenti sia da ascrivere prevalentemente alla crescita inferiore alle attese delle economie dei paesi in via di sviluppo. “La crescita risulta comunque migliore rispetto a quella registrata nel 2016, quando i timori sui mercati emergenti erano elevati. Inoltre riteniamo che molte economie siano ancora nelle fasi iniziali di un ciclo di espansione di lungo termine” puntualizzano i professionisti di GSAM.

FORTE SOTTOVALUTAZIONE DI AZIONI E VALUTE


Secondo la view di GSAM, quest’anno ci saranno interessanti potenzialità di rendimento per gli attivi dei mercati emergenti, soprattutto per valute e azioni. In base alle stime di GSAM, le valute dei mercati emergenti risultano sottovalutate del 12% (se aggregate utilizzando l’indice MSCI Emerging Market) e del 23% (utilizzando l’indice JPM GBI). Da notare che tale differenziale rispetto al fair value è paragonabile a quello registrato all’inizio degli anni duemila e nei primi mesi del 2016, due periodi poi seguiti da considerevoli rivalutazioni delle valute emergenti. Per quanto riguarda invece l’azionario, al momento emerge una valutazione a sconto del 25% rispetto a quella dei mercati sviluppati, pur essendoci margine per una crescita superiore degli utili nei paesi in via di sviluppo.

L’ENIGMA CINESE


La Cina, in ogni caso, resta per gli esperti di GSAM il rischio più significativo sia per il 2019 che nel medio-lungo periodo. E’ probabile che, nel breve termine, i responsabili della politica monetaria di Pechino assicurino un sostegno per garantire il miglioramento del trend di crescita, ma le previsioni di GSAM per il 2019 indicano una crescita del 6,2% per la Cina, il tasso di crescita più basso registrato dal paese dall’inizio degli anni Novanta. “La creazione di debito, che ha raggiunto livelli elevati negli ultimi anni, comporterà rischi nel medio e lungo periododal momento che la crescita, oltre a rallentare il passo, dipenderà più dai consumi che dagli investimenti” specificano i professionisti di GSAM, secondo i quali, tuttavia, il periodo di maggiore decelerazione della crescita della Cina dovrebbe ormai essere alle spalle, con un conseguente alleggerimento delle pressioni sul resto dei paesi emergenti nel breve termine.

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