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composizione del portafoglio

I mercati azionari miglioreranno, ma ci vorrà un po’ di tempo

Hatheway (GAM) “La nostra allocation in azioni è intorno al 30%, quella nel reddito fisso e nel credito specializzato intorno al 30% anch'essa, mentre il restante 40% circa è investito in fonti alternative del rendimento”.

12 Novembre 2018 10:45

Per la maggior parte degli ultimi anni, un portafoglio bilanciato 60-40 (ovvero per il 60% circa orientato alle azioni e per il restante 40% al reddito fisso) si è rivelato un buon investimento in termini di performance assoluta e anche come rapporto rischio/rendimento. Ma ora, secondo Larry Hatheway capo economista di GAM Investments, l’asset allocation dovrebbe prevedere un 30% nel mercato azionario e altrettanto nel reddito fisso e nelle obbligazioni societarie, mentre il restante 40% circa dovrebbe essere indirizzato a fonti alternative del rendimento.

RIDUZIONE DEL RISCHIO DI PERDITA


Una ripartizione del portafoglio che prende atto del fatto di come sia ora più complesso generare rendimento e di come sia necessario, in una prospettiva multi-asset, non trascurare la riduzione del rischio di perdita.  “Ecco perché fare ricorso a strumenti alternativi e a strategie non direzionali in abbinamento alle posizioni direzionali tradizionali in azioni e obbligazioni” precisa Larry Hatheway.

DOVE TROVARE LE OPPORTUNITA’


L’esperto, infatti non esclude affatto che ci siano opportunità da cogliere sui mercati finanziari ma è persuaso che i rendimenti attesi saranno più contenuti ed equilibrati. Volendo indicare potenziali fonti di rendimento, l’esperto segnala opportunità in aree come lo sfruttamento dell’inclinazione della curva dei tassi (il cosiddetto roll-down), le obbligazioni societarie e le materie prime. Inoltre emergono opportunità selettive sia nei mercati emergenti e sia nei titoli finanziari in Europa.

Video - Scenario economico novembre 2018


Scenario economico - novembre 2018





UN OTTOBRE SULL’OTTOVOLANTE


Le scelte di portafoglio di Larry Hatheway sono frutto anche di quanto accaduto nel mese di ottobre, che ha visto bruschi cali per gli indici di Borsa e l’aumento della volatilità per tutte le categorie di investimento. “Andamenti che riflettono la percezione che sia stata oltrepassata la soglia massima della crescita economica globale e il picco degli utili negli Stati Uniti mentre si intravedono pochi driver positivi all’orizzonte” spiega Larry Hatheway. Per il quale, il prossimo sarà un periodo di transizione difficile ma non necessariamente di inversione di tendenza: semplicemente, è l’opinione dell’esperto, i mercati si stanno prendendo il tempo necessario a stabilizzarsi.

Dal mid-term uno stallo forse positivo per i mercati


Dal mid-term uno stallo forse positivo per i mercati





CAMBIO DI LEADERSHIP NEI MERCATI


Per stabilizzarsi e ripartire è tuttavia necessario un cambio del testimone nella leadership di mercato che gli Stati Uniti non sono più in grado di svolgere come hanno fatto nei primi 9 mesi di quest’anno. In pratica i titoli value o i mercati azionari dell’Europa del Giappone e dei i Paesi Emergenti dovranno mostrare una ripresa sostenibile.

LE BANCHE CENTRALI NON DEVONO SBAGLIARE


Sullo sfondo, è inoltre necessario che le banche centrali non commettano errori nelle loro politiche monetarie. Larry Hatheway non crede che la recente volatilità del mercato spingerà la Fed a modificare la traiettoria disegnata: prevede, pertanto, il rialzo di un quarto di punto a dicembre, un altro in primavera e altri due nel 2019. La Banca centrale europea, dal canto suo, dovrebbe chiudere il piano di acquisto di titoli alla fine del 2018. “L’ipotesi più probabile è che la Bce posa aumentare i tassi di interesse nel terzo trimestre del prossimo anno. Tuttavia, se l’inflazione dovesse mancare il bersaglio, è possibile una correzione dei tassi” fa sapere Larry Hatheway.
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