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Mercati azionari emergenti: ora non serve una strategia difensiva

Per beneficiare di un eventuale rimbalzo, ha poco senso scegliere una strategia difensiva. Ne è convinto Love (GAM) che opta per titoli di alta qualità e paesi come Russia e Corea del Sud

21 Novembre 2018 07:50

I mercati azionari emergenti sono entrati nel decimo mese di correzione. Dal 26 gennaio al 16 novembre scorso l’indice MSCI emerging markets in dollari ha perso il 23% circa del proprio valore. Dal punto di vista statistico, si tratta di un periodo di lunghezza anomala. Ma non è certamente il motivo di maggior rilievo che rende interessante i titoli di questa asset class agli occhi degli investitori di medio lungo termine. Ne è convinto Tim Love, responsabile strategie azionarie Paesi Emergenti di GAM Investments, secondo il quale quello attuale potrebbe costituire un ottimo entry point.

FONDAMENTALI PIU’ SOLIDI DEL 2016


“Se si considerano i fondamentali, le valutazioni dei Mercati Emergenti sono più convenienti di quanto non lo fossero prima del rally del primo trimestre del 2016, cui è seguita una crescita, a fine gennaio 2018, pari al 100% del mercato” afferma l’esperto. Andando indietro nel tempo negli ultimi 30 anni, Tim Love segnala che, di solito, in questa fase del ciclo soltanto tre tra i primi dieci paesi emergenti hanno un rating investment grade mentre attualmente sono otto i paesi con un merito di credito di alta qualità, con le sole eccezioni di Brasile e Sud Africa. E’ un punto fermo in termini di fondamentali solidi.

IL 55% DELLA CRESCITA GLOBALE E’ DEGLI EMERGENTI


Un altro aspetto di rilievo è che il 55% della crescita globale è riconducibile ai paesi in via di sviluppo, percentuale destinata ad aumentare fino al 66% entro il 2023 in base alle previsioni della World Bank. Ne consegue che l’attuale quota (11%) dei mercati emergenti nell’indice MSCI World delle Borse di tutto il mondo è destinata a salire. Inoltre, aspetto di fondamentale importanza per la crescita globale, il peso della domanda interna rispetto agli indici dei Mercati Emergenti, che è cresciuto in modo significativo negli ultimi anni, è proiettato ulteriormente al rialzo sulla scia dei programmi di riforma che le autorità di Pechino e di Nuova Delhi stanno promuovendo.

MEGLIO EVITARE UNA STRATEGIA DIFENSIVA


Per Tim Love, l’appeal dei mercati emergenti è notevole soprattutto sotto l’aspetto della crescita a un prezzo ragionevole (GARP) e perché, inoltre, offrono agli investitori value più opzioni rispetto ad altri mercati come Wall Street. “Riteniamo che sia poco comprensibile esporsi all’azionario emerging adottando una strategia difensiva che rischierebbe di mancare un eventuale rimbalzo, come nel 2016/2017” puntualizza l’esperto specificando che l’essenziale è riuscire a registrare performance superiori alla media di mercato nelle fasi positive, non tramite il beta (ETF e gestioni passive) ma adottando una gestione attiva focalizzata sui titoli di alta qualità quando i prezzi scendono.

TITOLI DI ALTA QUALITÁ


Un altro aspetto che contraddistingue la strategia implementata da Tim Love è rappresentato dai titoli di compagnie di alta qualità in termini di flussi di cassa e di capitale operativo. Società i cui titoli sono piuttosto liquidi e consentono di smobilizzare rapidamente le posizioni in portafoglio in caso di necessità o di improvviso risk –off (avversione al rischio da parte degli investitori).

RUSSIA, BRASILE E COREA DEL SUD


Per quanto riguarda poi i paesi preferiti, l’elenco comprende Russia, Brasile, Corea del Sud , Argentina, Vietnam, Pakistan, Romania, Arabia Saudita e Turchia. Al contrario, Tim Love preferisce sottopesare le esposizioni verso il Sud Africa, la Malesia, la Tailandia, il Cile e Taiwan.

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