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Hatheway (GAM): “L’inflazione imprevista è il pericolo maggiore”

In base all’analisi del capo economista di GAM Investments, non ci sono ancora i presupposti per una rotazione. L’inflazione rimane il rischio più importante.

27 Settembre 2018 10:14

“La divergenza dei mercati riflette sia le differenze a livello di fondamentali, sia i timori degli investitori per le minacce alla stabilità economica e dei mercati. Rotazione e nuove leadership richiederebbero una svolta in questi fattori che, almeno per il momento, appare poco plausibile” dichiara Larry Hatheway capo economista di GAM Investments. La conclusione a cui giunge l’esperto parte dalla constatazione del profondo divario, in termini di performance, che nel corso di quest’anno si è materializzato sui mercati finanziari.

WALL STREET TRAINATA DALL’IT


Con l’azionario statunitense, sostenuto dal settore tecnologico (IT) che ha registrato una robusta performance a fronte invece di arretramenti, anche di ampie percentuali, per le azioni, il debito e le valute dei mercati emergenti. Uno scenario nel quale anche l’Europa ha subito una battuta d’arresto. Alla base di questa divergenza, ci sono diversi fattori. In primis l’atteggiamento più prudente degli investitori dopo il brusco balzo della volatilità sui mercati nel primo trimestre, sebbene le ragioni che l’hanno determinata (timori di inflazione statunitense superiore alla aspettative) siano successivamente rientrate.

Valutazioni e crescita: GAM vede possibilità concrete negli emergenti


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DOLLARO FORTE


In secondo luogo, il dollaro forte sulle ali dell’economia americana, la quale ha ripreso a correre verso metà anno sorpassando quella delle altre regioni. Un fenomeno, quello del rafforzamento del biglietto verde, che ha penalizzato soprattutto i mercati emergenti, per via del loro indebitamento in dollari, e che ha contribuito a fare mergere con maggiore evidenza situazioni critiche di singoli paesi, come quelle di Turchia e Argentina.

CERCASI LEADERSHIP AL DI FUORI DEGLI USA


Secondo Larry Hatheway, affinché possa delinearsi una nuova leadership sui mercati, è indispensabile un cambiamento a livello di fondamentali al di fuori degli USA, con l’Europa e i mercati emergenti in grado di evidenziare condizioni macroeconomiche più convincenti e stabili. Ma, almeno per il momento, non c’è nessuna evidenza di questo, soprattutto nei mercati emergenti, dove l’aumento dei premi al rischio e un costo del capitale più elevato stanno compromettendo la crescita. La stabilizzazione del dollaro ha creato una tregua ma le valute dei mercati emergenti restano deboli con la conseguenza che i premi per il rischio di credito e di inflazione per le emissioni dei paesi in via di sviluppo tendono a lievitare.

Una fioritura fuori stagione per la Borsa del Giappone


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RESTANO LE TENSIONI SUI DAZI COMMERCIALI


Sul fronte geopolitico, invece, mentre sarebbe auspicabile un raffreddamento dei dazi commerciali si teme una loro escalation con il rischio di compromettere la fiducia delle aziende: una eventualità, quest’ultima, che provocherebbe contraccolpi negativi sia negli investimenti che sul fronte occupazionale. In ogni caso, per Larry Hatheway resta l’inflazione imprevista il nemico numero uno per la congiuntura e i mercati.  “Nel momento in cui il carovita statunitense, europeo e giapponese dovesse registrate tassi molto superiori alle aspettative, ci sarebbero ripercussioni nella politica monetaria con tassi di interesse e premi al rischio spinti al rialzo, con conseguenti battute d’arresto sui mercati e flessione della crescita” conclude l’esperto.
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