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GAM: troppo presto per tornare a comprare asset rischiosi

GAM Investments mette in guardia su un secondo ciclo di contagi e su un effetto domino sulle economie se l’intervento dei governi non basta. Fino a che non c’è visibilità difficile investire sugli asset a rischio

di Virgilio Chelli 26 Marzo 2020 19:00
financialounge -  azioni coronavirus GAM mercati mike biggs

È ancora presto per tornare a comprare asset a rischio. Se le nuove infezioni nel resto del mondo seguiranno il percorso cinese, in USA potrebbero toccare il picco per fine aprile, facendo attenuare le restrizioni alla mobilità a giugno e aprendo la strada a una forte ripresa economica a luglio. E la crescita in Cina potrebbe essere sorprendentemente positiva anche prima. Sarebbe un’ottima opportunità di acquisto, ma siamo ancora di fronte a due grandi rischi: il primo è che i governi dei mercati sviluppati non intervengano in modo abbastanza forte per impedire che lo shock iniziale si tramuti in una contrazione più profonda e il secondo è che dopo l’avvio della ripresa si verifichi una nuova ondata di infezioni.

MONITORAGGIO ESTREMAMENTE ATTENTO DEGLI SVILUPPI IN CINA E COREA


È l’analisi da cui parte Mike Biggs, Investment manager delle strategie obbligazionarie Local Emerging Market di GAM Investments, per esprimere cautela sul tornare a investire negli asset a rischio. L’esperto ritiene che sul primo punto i segnali sembrano promettenti, con i governi si sono mossi rapidamente e con interventi forti. Ma avverte che il rischio è un secondo ciclo di infezioni dopo che l'attività economica avrà ripreso la crescita. Per questo Gam Investments seguirà con estrema attenzione gli sviluppi in Cina e in Corea.

IL PIL CINESE POTREBBE CADERE DEL 25% IN UN TRIMESTRE MA CONTENERE I DANNI A FINE ANNO


L’esperto di Gam Investments osserva che più le nuove infezioni rimangono contenute, più visibilità si ha sulla crescita futura e più rosee diventano le prospettive per gli asset di rischio. Il PIL cinese potrebbe scendere del 25% annuo nel primo trimestre per i danni arrecati dal virus sia alla produzione industriale sia ai servizi, e anche se l'attività economica si riprenderà entro dicembre 2020, la crescita totale per l'anno sarà inferiore di 5 punti rispetto alle previsioni, quindi +1% contro +6%. In assenza di un secondo ciclo di infezioni Gam Investments ritiene che la ripresa della Cina dovrebbe essere ripida, con una confomazione a “V”.

ESSENZIALE CHE L’INFEZIONE NON RIPARTA INSIEME AL RIMBALZO DELL’ECONOMIA


Perché questo scenario si realizzi, è però essenziale che l’infezione non riprenda a crescere insieme al rimbalzo dell'economia, avverte l’esperto di Gam. Fuori dalla Cina il contagio ha iniziato a crescere seriamente solo a fine febbraio, con un impatto sull'economia che ha iniziato a farsi sentire solo nella seconda settimana di marzo, con un impatto atteso soprattutto sul secondo trimestre. La casa d’investimento osserva che le prenotazioni dei ristoranti su Open Table sono ora in calo del 90% a livello globale.

UN RALLENTAMENTO ESTREMO MA TEMPORANEO SAREBBE SOPPORTABILE PER I PREZZI DEGLI ASSET


Gam Investments stima che i ristoranti generino circa il 2% del PIL nei Paesi sviluppati, e anche se l’afflusso semplicemente si dimezzasse ridurrebbe il PIL dell'1%. In USA, le previsioni più recenti delle banche commerciali vedono il PIL in contrazione tra il 13% e il 23% anno su anno nel secondo trimestre. Un rallentamento estremo, ma se di breve durata il danno ai prezzi degli asset non sarà significativo, secondo l’esperto di Gam.

“Bene l’iniezione di liquidità Usa, ma è ancora presto per investire con decisione”


“Bene l’iniezione di liquidità Usa, ma è ancora presto per investire con decisione”





POSSIBILE ANCORA VOLATILITÀ SU DATI MOLTO DEBOLI, E I DUE RISCHI RESTANO COMUNQUE IN AGGUATO


Dati molto deboli potrebbero provocare una certa volatilità, ma i prezzi degli asset potrebbero essere in grado di guardare oltre un trimestre disastroso se si aspettano un rimbalzo nel terzo trimestre. Ma, avverte nella sua conclusione Biggs, due rischi principali restano: che le infezioni ricomincino ad aumentare con la ripresa economica, e che lo shock iniziale provochi un'ondata di fallimenti societari che a sua volta porterebbe a un'ulteriore contrazione economica.
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