Contatti

Carlo Benetti

Fintech, l’occasione per ripensare al ruolo della consulenza finanziaria

21 Aprile 2016 09:39
financialounge -  Carlo Benetti consulenza finanziaria fintech GAM
Con il termine fintech si intende la tecnologia applicata alla finanza. Solo che l’espressione fintech non rimanda al semplice progresso delle dotazioni informatiche quanto piuttosto alla rivoluzione concettuale, alle modalità innovative di pensare l’attività bancaria e finanziaria, ai protocolli operativi. La tecnologia digitale è l’avamposto finanziario della «nuova frontiera» della quarta rivoluzione industriale, quella che verrà segnata dalla robotica, dall’intelligenza artificiale, dal big data, dalla stampa in 3D. La quarta rivoluzione industriale promette guadagni di produttività, innovazione di processi, novità nei modelli di business. L’innovazione tecnologica e il suo poderoso carico di novità mostrano prospettive di profitti come le rivoluzioni precedenti hanno fatto con coloro che vi hanno creduto per tempo. Ma la quarta rivoluzione industriale non è solo questione di investimenti, pure importanti.

La tecnologia sta modificando i servizi bancari e sta per entrare nella consulenza: i servizi automatizzati che vanno sotto il nome di robo advisor si vogliono affermare presso il grande pubblico di risparmiatori facendo leva sulla diffusa incertezza sui mercati (“che fare?”) e sulla facilità dell’accesso a servizi on line (“perché non provare?”). La personalizzazione del portafoglio di investimento costruito dal robo advisor si basa sulle informazioni raccolte da questionari on line e il sistema digitale è programmato in modo tale da tenere conto dei vincoli e della tolleranza al rischio dichiarati. I robo advisor sono gli strumenti preferiti dalla cosiddetta «Generazione D», giovani e giovani-adulti caratterizzati dalla propensione e dimestichezza con le tecnologie digitali. Negli Stati Uniti i sistemi di advisory digitale hanno intercettato lo 0,5% del risparmio, un dato destinato a salire al 6% del 2020.

Quindi addio al consulente finanziario? “Meglio evitare conclusioni affrettate” tiene a precisare Carlo Benetti, Head of Market Research and Business Innovation di GAM (Italia) SGR, nell’Alpha e iI Beta del 18 aprile, ricordando che molte esperienze del passato, pur mettendo in evidenza l’importanza di una efficiente infrastruttura tecnologica, dimostrano che alla base di scelte sbagliate figura spesso il comportamento dei singoli risparmiatori, in particolare coloro che agiscono senza l’intermediazione di figure professionali. I gestori dei fondi, al contrario, cercano di non partecipare alla confusione generale, quando si concentrano ordini di vendita, e, semmai, cercano di interpretare il ruolo di controparti in acquisto: i fondi infatti svolgono un ruolo di stabilizzatori del mercato senza perdere di vista l’obiettivo del rendimento che consiste nel cercare di comperare a prezzi stracciati per poi rivendere ad adeguati livelli di prezzo.

“Le nuove frontiere digitali porteranno certamente valore alla gestione efficiente di un portafoglio ma nessun algoritmo potrà mai avvertire e tantomeno gestire le aspettative e le ansie di un investitore. È questo l’ambito peculiare della consulenza finanziaria, non il collocamento di prodotti e men che meno il suggerimento dei titoli «giusti» ma la conoscenza autentica dell’investitore” sottolinea Carlo Benetti che conclude ricordando un aneddoto: “A chi gli chiedeva cosa farà la borsa, John Piermont Morgan rispondeva con una sola parola «fluttuerà». I mercati hanno sempre fluttuato e continueranno a farlo e nello stesso modo non cambieranno mai l’attitudine e i comportamenti dei singoli individui, che continueranno a vendere nel momento sbagliato al prezzo sbagliato, oggi come nel passato”.
Trending