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Anthony Smouha

Credito, gli effetti del nuovo “whatever it takes” di Draghi  

GAM ritiene che il rally innescato dal nuovo “Whatever it takes” lanciato da Draghi rappresenti solo un recupero della flessione importante del 2018, e che i livelli attuali di ingresso restino interessanti

di Redazione 2 Luglio 2019 16:21
financialounge -  Anthony Smouha credito draghi GAM

La prima parte del 2019 è stata sicuramente caratterizzata da una performance molto solida del mercato del credito, ma il rally cui si è assistito è da collegare almeno in parte all’importante flessione registrata nel 2018, quando il mercato era spaventato dalla prospettiva di un serie di rialzi aggressivi dei tassi da parte della Fed e preoccupato per le tensioni sul debito sovrano in Europa con epicentro in Italia, anche se in corso d’anno non si erano registrati episodi di default. Si può quindi affermare che rimaniamo in una fase di mercato caratterizzata ancora da prezzi bassi. Anche una volta presa in considerazione la crescita della prima metà di quest’anno, quello attuale rimane un punto di ingresso interessante. E dato che i prezzi dei titoli di debito stanno iniziando solo ora a riprendersi, diverse obbligazioni sono state emesse sotto forma di credito junior, che offre flussi cedolari elevati. In sintesi, un contesto di mercato favorevole che permette agli investitori di acquistare titoli caratterizzati da rischi contenuti e rendimenti estremamente elevati.

L’EFFETTO DRAGHI SOSTIENE IL TREND DI RECUPERO


Sono queste le conclusioni dell’analisi proposta da Anthony Smouha, Gestore delle strategie Credit Opportunities di GAM. In particolare, l’esperto osserva che il cosiddetto “effetto Draghi”, per cui si prevedono politiche monetarie ancora più accomodanti, dovrebbe sostenere il trend di recupero dei prezzi, “anche se è improbabile che crescano in maniera lineare”. Entrando nel dettaglio, Smouha sottolinea che dal punto di vista della performance, il debito subordinato delle compagnie assicurative e i CoCo AT1 bancari hanno registrato risultati particolarmente positivi da inizio 2019. Si tratta di titoli molto interessanti, ma l’esperto di GAM ricorda che si tratta di un singolo e specifico segmento dell’universo del credito, e che le altre obbligazioni legacy precedenti “rimangono altrettanto interessanti”.

VALUTAZIONI ATTRAENTI


Sul lato delle valutazioni, Smouha giudica gli spread dei CoCo bond AT1 delle principali banche “particolarmente attraenti” in quanto si attestano intorno ai 480 punti base di media, garantendo un extra rendimento significativo. Ma anche le nuove emissioni secondo GAM presentano buone opportunità, con l’ultimo CoCo AT1 di Barclays che offre un rendimento prossimo all’8%, equivalente a uno spread di 650 punti base.

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LA RIPRESA CONTINUERÀ MA NON IN MANIERA LINEARE


L’esperto di GAM si dice anche favorevole rispetto alle Floating Rate Note (FRN), anche se i rendimenti attuali sono molto più bassi e la performance è stata ridotta in un contesto di “caccia al rendimento” come quello attuale. Questo, spiega Smouha, perché questi titoli offrono protezione quando i tassi salgono e vengono scambiati a prezzi particolarmente vantaggiosi. Di qui la convinzione che ci siano “buoni argomenti” a favore di un’esposizione su questi titoli all’interno di un portafoglio ben diversificato e dedicato al credito dei mercati sviluppati, dato che non dovrebbero inficiare i rendimenti nel complesso elevati e interessanti. In sintesi, conclude l’esperto di GAM, il mercato “ha vissuto un buon inizio d’anno e, considerate le indicazioni di una politica monetaria più accomodante andando avanti, ci aspettiamo che la ripresa continuerà, anche se non in maniera lineare”.
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