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GAM: l’impatto del coronavirus e petrolio su azionario tech, lusso ed emergenti

L’emergenza del coronavirus e il calo dei prezzi del petrolio fanno aumentare la volatilità sui mercati. Ecco quali saranno le ripercussioni e le opportunità da cogliere, secondo GAM, su azionario tech, lusso ed emergenti

di Fabrizio Arnhold 11 Marzo 2020 19:00

Mercati finanziari ad alta volatilità soprattutto a causa dell’emergenza del coronavirus e del crollo delle quotazioni del greggio. Quali sono gli impatti sulle asset class? Rispondono i gestori di GAM, analizzando le ripercussioni sui settori azionari del lusso, tech ed emergenti, anche alla luce delle misure decise dal governo, sia per contrastare l’espandersi dell’emergenza, che per sostenere l’economia.

POSSIBILE RALLENTAMENTO DELLA CRESCITA


“Il coronavirus è un catalizzatore di un possibile rallentamento della crescita economica, piuttosto che una questione di per sé importante al momento”, commenta Mark Hawtin, Investment Director, Technology Equities di GAM. “La situazione tra Opec e Russia rischia di peggiorare le cose e crea un ostacolo per le banche centrali e i governi che cercano di trovare strumenti di stimolo”, aggiunge Hawtin. Il rischio è quello di vedere aumentare il “panic selling” sui mercati. “Il nostro scenario di base prevede ora una fase di bassa crescita o di recessione globale”, continua il gestore di GAM. “Non abbiamo ancora visto aziende lanciare annunci sugli utili che riflettano ciò”.

I TITOLI DEL SETTORE TECH


Per Mark Hawtin, nel settore tech bisogna distinguere i titoli che fanno parte di catene di fornitura globali, come gli smartphone, semiconduttori e automobili, che “rischiano di restare bloccati”. Mentre è “più probabile che le cose vadano bene se riguardano il mondo virtuale”, come nel caso di software, internet e i media. Osservati speciali Facebook e Google perché per Hawtin , “qualsiasi pressione significativa su queste azioni può rivelarsi un’opportunità interessante”.

Gli effetti del coronavirus sulle obbligazioni bancarie e assicurative


Gli effetti del coronavirus sulle obbligazioni bancarie e assicurative





IN CINA IL PEGGIO È PASSATO


La visita del presidente Xi a Wuhan lascia intendere che il peggio in Cina è passato. Anche in Sud Corea e Iran stiamo assistendo ad un calo dei contagi di coronavirus. “Sebbene il calo del prezzo del petrolio rappresenti una spinta significativa per la maggior parte delle economie asiatiche - commenta Rob Mumford, Investment Manager, Emerging Markets Equities di GAM - c’è preoccupazione per le implicazioni riguardanti il settore energetico e l’indotto”. Bisogna capire, nelle prossime settimane, se saranno individuati nuovi focolai ma attualmente, secondo Mumford, “non è possibile stimare l’intero impatto economico a livello globale”.

I RENDIMENTI DEL MERCATO AZIONARIO CINESE


“Riteniamo che il mercato azionario offra una crescita dei premi, con la potenza di fuoco per sostenerla”, si legge nell’analisi. “Il mercato offre solo valutazioni ragionevoli nonostante gli eventi recenti, in quanto la liquidità fornita dalle autorità ha sostenuto il mercato”, con possibilità interessanti per quanto riguarda “i consumi discrezionali, la tecnologia e i finanziari con l’esclusione dei bancari, le energie rinnovabili e la sanità”, conclude Rob Mumford.

NEL LUSSO FOCUS SULLA DOMANDA PIÙ CHE SULL’OFFERTA


La preoccupazione maggiore riguarda la catena di rifornimento per il blocco che sta interessando l’Italia. Nella sua analisi, Swetha Ramachandran, Investment Manager, Luxury Equities di GAM, sottolinea come la questione chiave per il settore al momento sia la domanda, non tanto l’offerta. “Una parte significativa dei prodotti destinati alla vendita in Cina a febbraio è rimasta invenduta - argomenta Ramachandran - per cui è disponibile un’ampia scorta per soddisfare la domanda quando si riprenderà”. Quale futuro per il lusso? “Le stime degli utili potrebbero subire ulteriori tagli”, ma il settore non è in alcun modo in una situazione di crisi di liquidità e mostra una forte capacità latente di riprendersi una volta che le condizioni di mercato torneranno in una condizione di “normalità”.
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