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Yuan cinese, calo fisiologico ma ora attenzione alle riserve valutarie

Il calo dello yuan cinese non è passato inosservato. In settimana attenzione alla riunione della BCE e alla prima lettura del PIL USA del secondo trimestre, dato al 4%.

24 Luglio 2018 14:45

Da fine giugno, lo yuan cinese ha perso oltre due punti percentuali rispetto al dollaro statunitense. Un movimento che non è certo passato inosservato agli operatori di mercato, peraltro già allarmati dal rischio di una escalation della guerra commerciale. Il loro ricordo è andato infatti all’estate di tre anni fa quando le autorità di Pechino, in modo del tutto inaspettato, annunciarono una sostanziosa svalutazione della propria valuta rispetto al biglietto verde provocando una fase di forte turbolenza sui mercati che, a fasi alterne, durò circa sei mesi.

LE AUTORITÁ DI PECHINO SONO ORA PIÙ ATTREZZATE


Secondo gli esperti di Euromobiliare AM SGR, tuttavia, a differenza del 2015, quando la correzione dello yuan ha rischiato di sfociare in una crisi sistemica, le autorità monetarie di Pechino mostrano una maggiore sensibilità nella gestione dei mezzi a loro diposizione per scongiurare una massiccia fuoriuscita di capitali che finirebbe per vanificare le misure anti-cicliche messe in campo. Alla luce di questa considerazione, i professionisti di Euromobiliare suggeriscono di tenere sotto stretta osservazione l’evoluzione delle riserve valutarie che, almeno finora, non hanno evidenziato segnali di deterioramento.

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UN CALO FISIOLOGICO


D’altra parte, è la riflessione che si sentono di fare gli esperti di Euromobiliare AM SGR, nel momento in cui si contestualizza la correzione dello yuan all’interno di una fase di esuberanza del dollaro americano (che, va ricordato, da metà aprile si è rivalutato del 5% rispetto all’euro e, più in generale, su tutte le principali divise internazionali), la si può considerare come del tutto fisiologica, più che una ritorsione alle politiche commerciali americane. “Si tratta di un mossa che rientra nel novero delle misure di stimolo adottate dai policy maker cinesi, come il recente taglio del tasso di riserva obbligatoria, a fronte di una fase di rallentamento della congiuntura”, specificano i professionisti di Euromobiliare AM SGR.

GIOVEDÍ RIUNIONE DELLA BCE


Intanto, la settimana appena iniziata, prevede alcun importanti appuntamenti in agenda. Dopo la diffusione dei dati relativi agli indici PMI nella zona euro, giovedì sarà la volta della BCE che si riunirà ma, con ogni probabilità, senza annunci di rilievo per quanto riguarda le indicazioni sul futuro indirizzo della politica monetaria (forward guidance), confermando un orientamento che, in generale, resta ancora piuttosto accomodante. “A nostro avviso la banca centrale europea cercherà di ritagliarsi una certa flessibilità subordinando comunque ogni futura azione, all’andamento dei dati economici. Possibili alcuni chiarimenti sulla politica dei reinvestimenti che sarà implementata post QE (quantitative easing) sui titoli in scadenza presenti nel bilancio della banca”, puntualizzano i professionisti di Euromobiliare AM.

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VENERDÍ PIL USA DEL SECONDO TRIMESTRE


Venerdì, infine, sarà alzato il velo sulla prima lettura del PIL statunitense relativo al secondo trimestre che, sempre in base alle stime degli esperti di Euromobiliare AM, dovrebbe mostrare un raddoppio del tasso di crescita (dal 2% del primo trimestre al 4% del secondo), sulla scia soprattutto dei consumi.
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