borsa
Wall Street raggiunge la cima più alta
22 Luglio 2013 11:00
Con il nuovo record a quota 1692,09 punti di venerdi scorso 19 luglio, l’indice S&P500 ha registrato il suo massimo storico.
In termini di capitalizzazione, cioè aggregando il valore di Borsa dei 500 titoli del paniere azionario USA, gli esperti hanno calcolato che si arriva a quota 15.000 miliardi di dollari, praticamente quanto l’intero Pil americano che, per la World Bank valeva a fine 2012 15.684 miliardi di dollari.
Sommando poi tutte le società USA quotate in Borsa al Nyse e al Nasdaq il totale arriva a oltre 20.000 miliardi di dollari, cioè il 128% del prodotto interno lordo statunitense.
Un rapporto, quello tra capitalizzazione di Borsa e pil che varia molto da paese a paese. In Giappone, per esempio, grazie anche al forte rialzo degli ultimi mesi dell’indice azionario, questo rapporto a raggiunto il 75% mentre nel Regno Unito siamo a quota 146%. In Canada invece supera il 100% mentre in Francia è al 69%.
E in Italia? Nel nostro paese, complice una storica riluttanza alla propensione da parte degli imprenditori a quotarsi in Piazza Affari e una sostanziale sottovalutazione del listino azionario milanese rispetto ai livelli storici, il rapporto non va oltre il 25%.
In termini di capitalizzazione, cioè aggregando il valore di Borsa dei 500 titoli del paniere azionario USA, gli esperti hanno calcolato che si arriva a quota 15.000 miliardi di dollari, praticamente quanto l’intero Pil americano che, per la World Bank valeva a fine 2012 15.684 miliardi di dollari.
Sommando poi tutte le società USA quotate in Borsa al Nyse e al Nasdaq il totale arriva a oltre 20.000 miliardi di dollari, cioè il 128% del prodotto interno lordo statunitense.
Un rapporto, quello tra capitalizzazione di Borsa e pil che varia molto da paese a paese. In Giappone, per esempio, grazie anche al forte rialzo degli ultimi mesi dell’indice azionario, questo rapporto a raggiunto il 75% mentre nel Regno Unito siamo a quota 146%. In Canada invece supera il 100% mentre in Francia è al 69%.
E in Italia? Nel nostro paese, complice una storica riluttanza alla propensione da parte degli imprenditori a quotarsi in Piazza Affari e una sostanziale sottovalutazione del listino azionario milanese rispetto ai livelli storici, il rapporto non va oltre il 25%.
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