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Wall Street, la riforma fiscale tra vincitori e vinti

Non sarà facile capire con chiarezza le implicazioni della riforma fiscale americana: occorre saper selezionare le società che ne trarranno davvero vantaggi.

6 Dicembre 2017 09:31
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La riforma fiscale rappresenta uno dei pilastri del programma politico con il quale Donald Trump è stato eletto presidente degli Stati Uniti. E, infatti, dal giorno delle elezioni gli investitori hanno concentrato la propria attenzione sulla possibile implementazione di tale riforma.

Dopo parecchi alti e bassi, con voti positivi sia alla Camera che al Senato degli Stati Uniti, l'attenzione si sta ora spostando verso le implicazioni economiche e di mercato. Sembra però piuttosto evidente che anche dopo la firma del presidente, le implicazioni a livello aziendale rimarranno non del tutto chiare per un bel po' di tempo. “L'unica certezza è che gli investitori saranno lasciati ad una maggiore incertezza sulla traiettoria degli utili societari e dei flussi di cassa per il 2018-2019. Di conseguenza, riteniamo che il mercato si concentrerà su alcune questioni chiave nei prossimi mesi” fanno sapere gli esperti di Credit Suisse.

In primis, l’aliquota d'imposta effettiva. “Va ricordato che, mentre l'attuale tasso legale fiscale è fissato al 35%, le aziende di fatto pagano soltanto il 27% in media. Ipotizzando che il nuovo tasso effettivo si sposti verso il 20% e che il cambiamento fiscale entri in vigore nel 2018, il consenso degli analisti sugli utili per azione (EPS) delle aziende dell’S&P500 di Wall Street salirà da 146 a 160. Tradotto in pratica, significherebbe che il rapporto prezzo/utili forward (cioè sugli utili attesi nei prossimi 12 mesi), scenderebbe da 16,8 a 15,4” spiegano i professionisti di Credit Suisse.

In secondo luogo, il rialzo potenziale della borsa americana potrebbe risultare prossimo ma non identico all’incremento degli utili stimati. Infatti, storicamente gli investitori hanno premiato i ricavi e i margini operativi (EBIT) più che le tasse e gli utili netti. In terzo luogo, dal momento che l'intero dispositivo della riforma fiscale è difficile da valutare, la raccomandazione degli esperti di Credit Suisse è quella di concentrarsi sugli effettivi beneficiari perché ci saranno società vincitrici e compagnie che non trarranno benefici (o ne trarranno pochi).

Infine, e siamo al quarto punto, risulta impossibile calcolare il pieno impatto del nuovo regime fiscale anche perché occorre tenere conto di tanti variabili quali, per esempio, l'uso di beni rimpatriati per investimenti, riacquisti, e operazioni di M&A (fusioni e acquisizioni).
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