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Valute: perché puntare su quelle dei Paesi emergenti

19 Luglio 2012 08:00
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Il mercato dei cambi è quello più importante e liquido al mondo per i volumi scambiati. In esso si combinano componenti legate all’analisi fondamentale (legate alle riserve valutarie e ai dati di bilancio dei singoli stati), alla dinamica economica (crescita del pil e scambi commerciali), all’attrattività degli investimenti (tassi di interesse agevolati per gli stranieri) e alla speculazione.

L’intreccio di questi fattori rende indecifrabile nel breve l’evoluzione dei cambi mentre nel medio e lungo termine si può dimostrare che le valute di economie forti, solide e dinamiche tendono a rafforzarsi rispetto a quelle di stati caratterizzati da crescite anemiche, debiti governativi pesanti e bilance commerciali in rosso.

Da qualche anno, e in particolare durante questa crisi del debito sovrano dell’eurozona, hanno guadagnato attenzione le valute dei Paesi emergenti e, in parallelo, i fondi obbligazionari Paesi emergenti local currency, ovvero i fondi del risparmio gestito che investono in strumenti monetari e obbligazionari di Paesi in via di sviluppo senza la copertura sistematica del rischio di cambio (rispetto all’euro).

Fondi che permettono di beneficiare della rivalutazione a medio lungo termine delle valute di questi Paesi e, nel frattempo, di ricavare cedole generose. Con, inoltre, alcune curiosità. Negli ultimi tre anni, per esempio, i fondi obbligazionari governativi euro a medio lungo termine hanno guadagnato in media il 9,16%, i governativi internazionali il 20,82% e i fondi obbligazionari Paesi emergenti il 31,64%.

Tuttavia, in termini di volatilità, i primi hanno registrato una variabilità delle quote del 3,89%, i governativi internazionali una volatilità del 5,92% e gli obbligazionari Paesi emergenti una del 4,82%. Come dire che a fronte di un rendimento superiore a quello dei governativi internazionali e più che triplo rispetto ai fondi obbligazionari governativi euro a medio lungo termine, gli obbligazionari emerging markets hanno mantenuto una volatilità intermedia.

Ma c’è di più, i migliori fondi obbligazionari Paesi emergenti, cioè quelli piazzati tra la prima e la 71esima posizione (sui 292 che compongono la categoria a tre anni) sono riusciti a registrare un rendimento medio del 47%.
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