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Alessandro Tentori

Futuro certo per le valute digitali, ma non per quelle “cripto”

A differenza delle criptovalute, le monete digitali possono essere regolamentate e diffuse come strumenti di pagamento certi: l'analisi di Alessandro Tentori di Axa IM

di Redazione 22 Ottobre 2019 07:00

La rivoluzione digitale sta ormai impattando il mondo della finanza in tutti i suoi aspetti, soprattutto per quanto riguarda i sistemi dei pagamento. È una rivoluzione appena cominciata, che sempre più vedrà i colossi del tech affiancare il canale bancario tradizionale per offrire soluzioni sempre più rapide, efficienti e soprattutto fruibili da tutta la molteplicità di device, a cominciare dallo smartphone, che ci tengono costantemente connessi.

DIFFERENZA SOSTANZIALE


Quando si parla di moneta digitale il pensiero va subito al bitcoin e alle altre criptovalute, ma non sono assolutamente la stessa cosa. Anzi le differenze sono fondamentali. La prima è che le valute digitali sono centralizzate e regolate da autorità esterne, mentre bitcoin e le altre sono decentralizzate e soprattutto non regolate, in quanto le regole le detta esclusivamente la maggioranza della comunità che le utilizza. A favore delle criptovalute c’è soprattutto la trasparenza, che grazie alla tecnologia blockchain consente di tracciare ogni singolo passaggio. Ma a sfavore c’è una scarsa affidabilità, che comporta oscillazioni violentissime di prezzi.

BANCHE CENTRALI E AUTORITÀ SI MUOVONO IN DUE DIREZIONI


Negli ultimi tempi su questo terreno innovativo stanno cominciando a muoversi le banche centrali e le altre autorità che sovrintendono al sistema finanziario internazionale. E si muovono in due direzioni. La prima è quella di sviluppare le valute digitali per creare un canale alternativo ai pagamenti tradizionali che sia allo stesso tempo regolata e sorvegliata. La seconda è cominciare a mettere paletti anche alle criptovalute, per evitare che diventino uno strumento di elusione delle leggi contro il riciclaggio e in generale evitare che pongano rischi sistemici in assenza di un supervisore e un prestatore di ultima istanza. Le valute digitali cominciano a essere disciplinate per legge, come la Direttiva 2009/110/EC nell’Unione Europea o l’articolo 4A dell’Uniform Commercial Code in USA, mentre lo stesso non avviene per ora per le cryptovalute.

AXA SPIEGA COME VALUTARE I PROGRESSI IN MATERIA DI VALUTE DIGITALI


Tutto questo indica che per le valute digitali, regolamentate e magari addirittura promosse dalle banche centrali, c’è certamente un futuro, probabilmente molto importante. Mentre per le criptovalute il futuro, se c’è, è molto incerto. Alessandro Tentori, CEO di AXA IM Italia, individua quattro criteri per valutare i progressi in materia di valute digitali. Il primo è la tecnologia utilizzata, da cui dipende l’affidabilità e la sicurezza dei pagamenti effettuati, e anche il livello di coinvolgimento che avranno nell’intero processo di Big Tech, soprattutto americani. Poi c’è il fattore rischio e sicurezza in caso di shock esterni, che potrebbe richiedere, ma non necessariamente, un meccanismo di. Quindi è importante poter stabilire con essattezza il valore intrinseco della valuta digitale, in quanto come le monete utilizzate oggi possono essere utilizzate come collaterale in una transazione. E alla fine, conclude Tentori, è molto importante il design finale.


IL FATTORE GEOGRAFICO MOLTO IMPORTANTE PER LO SVILUPPO


Come tutti gli strumenti innovativi, anche le valute digitali hanno vantaggi e svantaggi. Tra i primi Tentori sottolinea soprattutto il carattere geografico, cioè la possibilità di introdurre anche in aree ancora altamente rurali e poco avanzate sistemi di pagamento efficienti e affidabili. L’esperto di AXA osserva che il 90% delle transazioni in Kenya avviene ormai con valuta digitale, mentre in Cina il volume dei pagamenti digitali sta superando quello di tutte le carte di credito messe insieme. Quindi possiamo immaginare un futuro non più dominato solo da banche tradizionali, ma anche dai Big Tech che affiancheranno gli istituti che operano sui canali convenzionali.

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MOLTE BANCHE CENTRALI SONO GIÀ AL LAVORO


Le grandi banche centrali sono già al lavoro per realizzare versioni esclusivamente digitali delle valute di cui oggi sono emittenti e regolatori, dal dollaro Usa all’euro allo yuan cinese. Quindi per le valute digitali si prospetta più un future governato dalla mano pubblica che disegnato da iniziative private, come l’ambizioso progetto della Libra lanciato da Facebook che negli ultimi tempi sta registrando numerose importanti defezioni. Da quando esiste, la moneta è un monopolio di chi detiene il potere politico ed economico. Uno stato è tale se batte moneta. Oggi gli stati moderni sono di fronte alla sfida di poter continuare a esercitare questo privilegio, che è anche una garanzia per tutti gli utilizzatori di moneta, affrontando e superando la sfida tecnologica del digitale.
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