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Un occhio a Cina e Giappone

21 Marzo 2013 08:00
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L’abbiamo sempre sostenuto e lo sosteniamo adesso a maggior ragione dopo l’esito delle elezioni in Italia e la guerra delle valute scatenata dal Giappone: la diversificazione valutaria del portafoglio è un must.

L’investitore, semmai, deve valutare se schierarsi tra i fiduciosi della tenuta dell’euro, per i quali un’esposizione tra il 10% e il 20% in titoli in valuta estera può essere sufficiente, oppure tra gli euroscettici, per i quali invece l’investimento in valuta estera può posizionarsi tra il 30% e il 50%.

Ma quali sono i suggerimenti valutari che si possono sfruttare per i prossimi mesi?

Incrociando i più recenti report delle case d’investimento specializzate sui cambi, c’è convergenza sul fatto che il cambio euro / dollaro, attualmente a 1,30 – 1,31 sia destinato a scivolare fino a 1,25 – 1,20 entro fine anno. Pareri concordi anche su un ulteriore deprezzamento dello yen rispetto al dollaro e all’euro: in particolare il fixing euro / yen, che ora oscilla intorno a 125 potrebbe arrivare nei prossimi 3-6 mesi anche a 132-135 prima di ripiegare. Tradotto in pratica, significa aumentare l’esposizione in dollari USA e diminuire quelle in yen giapponesi.

Per quanto riguarda le altre principali valute, invece, tra quelle destinate secondo gli esperti ad apprezzarsi nel breve – medio termine (3- 6 mesi) ci sono il dollaro canadese, la corona norvegese e, in misura minore, la corona svedese mentre tra le divise che potrebbero perdere terreno rispetto all’euro figurano il franco svizzero, la sterlina inglese, e, in modo meno significativo, il dollaro canadese.

Discorso a parte per il renminbi. Il parere degli esperti valutari è piuttosto chiaro: nei prossimi due anni la valuta di Pechino è destinata ad apprezzarsi, sebbene senza strappi eccessivi ma bensì in modo piuttosto graduale, sia nei riguardi del dollaro USA sia rispetto alla moneta unica europea.
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