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Un altro passo verso l’internazionalizzazione del renminbi

1 Ottobre 2012 12:00
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Il renminbi ha fatto un altro salto di qualità nella direzione di una maggiore internazionalizzazione. Il 17 settembre la Borsa di Hong Kong, hub di riferimento per il mercato offshore della valuta cinese, ha lanciato il primo future consegnabile sullo yuan (sul tasso di cambio tra valuta cinese e dollaro Usa). Una iniziativa che aiuterà gli investitori sia piccoli che grandi a coprirsi dal rischio valutario e allo stesso tempo aiuterà l’internazionalizzazione del renminbi.

Prima la copertura del rischio veniva effettuata tramite i future non consegnabili (Ndf), accessibili generalmente ai grandi investitori e non ai più piccoli. Anche l’americano Cme Group, il più grande mercato di derivati e future, ha recentemente annunciato che entro la fine dell’anno lancerà future consegnabili sullo yuan. Se fino a poco più di un anno fa gli operatori si interrogavano sulla capacità del mercato di assorbire il crescente interesse che convergeva verso il renminbi, oggi la diversificazione e disponibilità di prodotti sembra muoversi a un ritmo più rapido delle attese.

Dal 2010, quando è stata completata la prima emissione, il mercato obbligazionario offshore in renminbi (Dim Sum) ha avuto una crescita costante, attirando sempre più l’interesse anche delle multinazionali, come per esempio Tesco. Anche il fronte degli Etf sta continuando a crescere, complici i recenti sviluppi regolamentari tra cui il programma RQFII, approvato nell’aprile 2012 dalle autorità cinesi. Il programma permette a investitori qualificati RQFII di canalizzare fondi in renminbi raccolti a Hong Kong in investimenti nei mercati finanziari della Cina continentale. Nel caso degli Etf permette l’emissione a Hong Kong di Etf in yuan che investono direttamente nelle azioni A cinesi.

Un altro segnale che va nel senso di una sempre maggiore internazionalizzazione del renminbi arriva poi dal listino di Singapore dove sta per sbarcare la prima Ipo in valuta cinese: si tratta di Dynasty Reit, fondo immobiliare investito in uffici e proprietà retail cinesi.

E mentre Londra punta a diventare l’hub occidentale del renminbi (come ha dichiarato recentemente da Hong Kong il sindaco della City di Londra, David Wooton), la Banca centrale cinese ha annunciato che renderà presto noto un piano quinquennale (2011-2015) di riforma finanziaria che riguarderà anche le aree della liberalizzazione dei tassi di cambio e l’internazionalizzazione della valuta.
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