Telecom Italia guarda con interesse ai fondi attivisti

Mentre procedono le trattative per la possibile fusione tra Tim Brasil, la seconda compagnia di telefonia mobile del Brasile controllata da Telecom Itala, e l’operatore di banda larga carioca GVT (che fa calo al gruppo francese Vivendi), il Presidente del gruppo italiano ex monopolista telefonico, Giuseppe Recchi, intervenendo sul tema della governance del gruppo (cioè il complesso delle strutture, delle regole e delle strategie che presiedono alla guida di un'azienda) ha aperto di fatto ai fondi attivisti.

Questi ultimi non sono da confondere con i fondi a gestione attiva, cioè i fondi d’investimento e le Sicav il cui team di gestione adotta una gestione attiva di portafoglio (e non passiva, come quella degli etf, che replicano un preciso indice di Borsa) al fine di realizzare un extra rendimento rispetto al mercato di riferimento.
I fondi attivisti sono dei speciali fondi d’investimento che entrano nell’azionariato delle società allo scopo di stimolare un cambiamento di governance e/o di management al fine di aumentare il valore societario nel medio lungo termine.

Tra i fondi attivisti più noti in Italia figurano Amber, Algebris, K Capital, Knight Vinke: proprio a quest’ultimo ha fatto riferimento indirettamente Recchi nel suo intervento nel quale ha sottolineato come gli azionisti attivisti possono essere uno stimolo per le grandi società quotate in Borsa, convincendole ad esaminare con la dovuta attenzione le diverse soluzioni sul tavolo al fine di creare valore per tutti i soci.

Secondo Recchi, infatti, nella gestione di gruppi complessi e molto articolati (com’è appunto quello di Telecom Italia) è necessario mettere a punto i più elevati standard di efficienza e gli investitori esperti e competenti come gli attivisti possono offrire un valido contributo. Ad una precisa condizione: che la reputazione degli attivisti sia costruita su competenza, credibilità e affidabilità.