Contatti

Banca Centrale Svizzera

Svizzera, le due spine nel fianco della banca centrale

I dati macroeconomici sono brillanti e l’inflazione è tornata in territorio positivo, ma la banca nazionale svizzera deve considerare la forza del franco svizzero.

28 Marzo 2017 09:33
financialounge -  Banca Centrale Svizzera franco svizzero inflazione svizzera

Nell’incontro dello scorso 16 marzo la Banca nazionale svizzera (BNS) ha proseguito la sua linea di politica monetaria espansiva al fine di stabilizzare l’andamento dei prezzi e sostenere l’attività economica.

Il tasso d’interesse sui depositi presso la BNS resta negativo (−0,75%). Un atteggiamento prudente visto che il meeting si è svolto in un contesto di miglioramento generale delle prospettive macroeconomiche in Svizzera. L'inflazione è salita in territorio positivo in gennaio per la prima volta in più di due anni, e si è attestata allo 0,6% nel mese di febbraio (sebbene l’inflazione core, quella senza energia e alimentari, sia ancora a zero).

Ma ora gli analisti prevedono un’inflazione media dello 0,4% per quest'anno mentre il PIL reale (cioè al netto dei prezzi al consumo) dovrebbe registrare un tasso di incremento dell'1,4%: si stima che, perdurando le attuali condizioni macroeconomiche globali e quelle della Svizzera, più in particolare, un primo rialzo dei tassi potrebbe essere previsto per il secondo trimestre del prossimo anno.

Tuttavia, occorre fare i conti con le pressioni relative all’apprezzamento del franco svizzero. Dal referendum britannico che ha visto trionfare il fronte della Brexit, il franco svizzero ha continuato lentamente ad apprezzarsi sull’euro di quasi un punto e mezzo percentuale nonostante i tassi di interesse negativi e gli interventi valutari da parte della BNS per tenere il cambio sotto controllo.

È vero che il solido ambiente macro (globale e, soprattutto, svizzero) permette alla BNS di tollerare una certa forza del franco svizzero ma è anche vero che la divisa elvetica viene considerata ora sopravvalutata di circa un 10% rispetto all’euro.

Un differenziale che prima o poi la BNS dovrà affrontare per evitare di mettere in campo una decisione drastica come la mossa a sorpresa adottata il 15 gennaio 2015 quando decise di abolire il tasso di cambio minimo di 1,20 franchi per 1 euro e di diminuire di mezzo punto percentuale il tasso d'interesse di riferimento portandolo a -0,75%: una manovra inaspettata che provocò l’immediata rivalutazione del franco svizzero del 20%.
Share:
Trending