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Spagna, inizio sprint del governo Sánchez: salgono salario minimo e pensioni

Il primo governo di coalizione della storia della Spagna ha avuto bisogno di un anno di trattative e due elezioni per nascere, ma appena insediato, Sánchez ha realizzato due importanti riforme in pochi giorni, evidenziando sempre più la natura di sinistra dell’esecutivo

di Mauro Speranza, corrispondente da Madrid per Investing.com 23 Gennaio 2020 16:48
financialounge -  pensioni spagna

Il governo Sánchez ha annunciato l’aumento del salario minimo in Spagna, portandolo a 950 euro lordi nel 2020, con una crescita del 5,5% corrispondente a 50 euro. La misura di politica salariale è arrivata grazie all’accordo raggiunto dall’esecutivo spagnolo con i sindacati e l’associazione degli imprenditori.


LE POLITICHE SALARIALI IN SPAGNA


Il salario minimo nella penisola iberica era rimasto praticamente fermo tra il 2010 e il 2016 intorno ai 600 euro, quando si alternarono governi sia di sinistra (Zapatero) che di destra (Rajoy). Dopo un leggero aumento nel 2018 (100 euro), nel 2019 aveva visto una impennata fino ai 900, per poi, appunto, salire con l’inizio del 2020 a 950 euro.

https://twitter.com/pnique/status/1220055704280670210

OBIETTIVO 1.200 EURO


Il nuovo esecutivo, inoltre, si è posto l'obiettivo, come indicato nell'accordo programmatico firmato tra il PSOE e Podemos, di fissare il salario minimo al 60% del salario medio alla fine della legislatura, che equivarrebbe a circa 1.200 euro, come raccomandato dalla Carta sociale europea.


AUMENTANO ANCHE LE PENSIONI


Una delle prime decisioni del governo Sánchez era arrivata a metà gennaio, quando il Consiglio dei Ministri aveva approvato l’aumento delle pensioni dello 0,9%, con effetti retroattivi. Si tratta del secondo anno consecutivo in cui le pensioni spagnoli aumenteranno in misura maggiore dello 0,25% previsto per legge.

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L’IMPATTO DELLA DECISIONE


La misura riguarderà 10 milioni di pensionati spagnoli, che vedranno adeguato quanto ricevuto ogni mese all’inflazione stimata allo 0,9%, e il governo ha annunciato che nel caso in cui l’inflazione 2020 dovesse essere superiore interverrà con un ulteriore sostegno economico nel 2021.


I COSTI PER LO STATO


Il costo di tale rivalutazione ammonta a 1,406 miliardi di euro, di cui 1,229 miliardi riguardano le pensioni contributive, 23 milioni di euro alle pensioni non contributive e 10 milioni di euro alle prestazioni familiari per figlio a carico, che anch'esse vedranno una rivalutazione dello 0,9% nel 2020.

 
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