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Sognando i prossimi Ruggenti Anni 20 con un po’ di fieno in cascina

Le prospettive di un finale d’anno positivo restano sostanzialmente intatte ma poi l’investitore dovrà affrontare 18-24 mesi complicati, ma anche ricchi di opportunità per chi avrà le munizioni per coglierle.

12 Novembre 2018 08:44

Le elezioni di midterm non hanno prodotto la leadership che servirebbe ai democratici per sfidare Trump tra due anni. Il partito dell’asinello aveva puntato su candidati giovani e molto liberal, che in America vuol dire radicali di sinistra. Evidentemente agli elettori non piace troppo l’idea di una “uscita a sinistra” dall’era Trump e preferirebbero magari una “uscita al centro”, tipo Bill Clinton nel 1992, capace di salvare quel non poco di buono che Trump lascerebbe in eredità, dalla riforma fiscale alle deregulation, aggiungendo un allargamento della base sociale del nuovo benessere americano. Se non ci riescono di qui a un anno dovranno ripiegare su un (molto) usato sicuro tipo Joe Biden. Proviamo però a immaginare che riescano a trovare trent’anni dopo il Clinton della situazione. Che potrebbe andare al confronto e alla vittoria su Trump con uno slogan tipo “we’ll do it better”, possiamo fare meglio le stesse cose che The Donald ha iniziato a fare, come fece nel 1997 in Gran Bretagna Tony Blair quando portò a stravincere contro John Major un Labour preventivamente de-socialistizzato.

VERSO LA FINE DELLA GUERRA IN EUROPA?


E’ ovviamente un sogno a occhi aperti, che potrebbe proseguire immaginando che dalle presidenziali di novembre 2020 parta una riedizione dei ‘Ruggenti Anni Venti’ del secolo scorso, un decennio di boom economico e culturale in cui tutte le innovazioni del decennio precedente - automobili, telefoni, cinematografo, radio, elettrodomestici, aeroplani - diventarono consumi di massa. Lo stesso potrebbe e dovrebbe succedere con IoT, Intelligenza Artificiale, robotica applicata a tutti i campi, automobili auto-guidanti, e mettiamoci pure la corsa allo spazio. Un boom che in pochi anni contagiò anche l’Europa uscita dalla devastante Grande Guerra. Proprio in questi giorni si è festeggiato il centenario della fine del conflitto: l’anno prossimo, a distanza di un secolo, potrebbe arrivare anche la fine dell’attuale conflitto europeo, meno sanguinario per fortuna, sciogliendo prima a marzo il nodo della Brexit e poi a maggio con le elezioni del Parlamento di Strasburgo quello di una governance dell’Unione che non funziona più. Se gli americani si inventassero il Clinton della situazione gli europei potrebbero anche reinventarsi un Blair, magari capace di riconciliare la Gran Bretagna con l’Unione continentale e prenderne la leadership.

IL POTENZIALE MOSTRUOSO DELLE INNOVAZIONI


Purtroppo per continuare a sognare occorrerebbe avere a disposizione materiale umano adeguato, che invece scarseggia. Ma la potenza delle innovazioni concepite e realizzate negli ultimi vent’anni è veramente mostruosa, e rappresenta una leva economica formidabile nel momento in cui si trasmette in modo diffuso e capillare a tutto il sistema produttivo e sociale, che ormai è diventato globale e interdipendente. C’è da dire che le grandi case d’investimento sono ben consapevoli di questo potenziale e si stanno posizionando con prodotti e soluzioni che puntano a valorizzarlo al massimo. Ma come vivranno i mercati i 24 mesi che ci separano dall’appuntamento con i prossimi Anni Venti? E quale strategia potrebbe adottare l’investitore? Allo stato delle cose, sembra che le prospettive di un finale d’anno positivo dopo la correzione di ottobre, almeno a Wall Street ma forse anche per le Borse europee, siano sostanzialmente intatte. E poi? Poi arrivano 18 mesi sicuramente non tranquilli, per attraversare i quali non basterà il pilota automatico. E’ possibile e forse anche prevedibile che gli scossoni di quest’anno, quello di gennaio-febbraio, quello estivo con epicentro emergenti, e quello autunnale, siano stati solo degli assaggi.

Wall Street, le azioni potrebbero riprendersi del 20% dopo questa correzione


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UN CLIMA ANCORA BENEVOLO


La volatilità è sempre un’opportunità oltre che un problema. Ma per sfruttarla servono le munizioni. Che per l’investitore vuol dire disporre del cash e della strategia d’investimento necessaria per andare a comprare quando il calo dei prezzi fa emergere il valore. Una buona strategia dunque, per riposizionarsi avendo venduto al momento opportuno. Guardando al lungo termine, la Storia insegna che la strategia del buy and hold alla fine funziona sempre, come ha funzionato negli ultimi 10 anni. A patto che si abbiano i nervi molto saldi e non si scambino le correzioni con l’arrivo dell’Orso. Oggi il clima è ancora benevolo, l’inflazione è tranquilla, il petrolio è debole e la Fed a dicembre potrà permettersi di fare un altro quarto di punto mandando segnali rassicuranti. E magari dal G20 argentino dove si incontreranno Trump e Xi potrebbe anche rafforzarsi la prospettiva di una tregua nella guerra dei dazi.

Dopo il mid-term Schroders vede possibile un accordo con la Cina


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BOTTOM LINE


Le 7 settimane che mancano a fine 2018 potrebbero essere una buona occasione per profittare di un momento favorevole e poi riconsiderare qualche posizione tattica e opportunistica per mettere un po’ di fieno in cascina.  Gli strumenti offerti dalle case d’investimento non mancano, e possono aiutare per continuare a sognare i Ruggenti Anni Venti in arrivo ben attrezzati per cogliere le occasioni che molto probabilmente si presenteranno molti fronti, guardando all’America come a una stella polare che guida la navigazione perché è dove succedono le cose prima che nel resto del mondo.

(dalla rubrica “Caffè scorretto” della newsletter settimanale di FinanciaLounge)
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