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Le small cap USA inviano un minaccioso segnale in Borsa

La media a breve termine dell’indice Russell 2000 delle small cap USA è vicina a quello a 200 giorni: se lo perfora all’ingiù per l’analisi tecnica c’è il rischio di una tendenza al ribasso a lungo termine

12 Novembre 2018 10:10

Venerdì scorso il Dipartimento del Lavoro statunitense ha annunciato che l'indice dei prezzi alla produzione (PPI) è salito nel mese di ottobre dello 0,6% su base mensile, in netto aumento rispetto allo 0,2% di settembre e, soprattutto ben al di sopra delle stime di consenso (+0,2%). Stesso discorso su base annuale con il PPI di ottobre a quota +2,9%, contro il +2,6% di settembre e il +2,5% del consenso. Da segnalare che pure l'indice PPI core (che non considera né gli energetici e neppure gli alimentari) ha mostrato una dinamica più aggressiva (+0,5% su base mensile), sia rispetto a consenso (+0,2%) e sia rispetto al dato di settembre (+0,2%): su base annuale, l'indice PPI core si è attestato al 2,6%, superiore sia al consenso (2,3%) e sia al dato del mese di settembre (2,5%).

PERICOLO DI SPINTE INFLAZIONISTICHE


Si tratta di dati che potrebbero influire sull’inflazione che, a sua volta, potrebbe spingere la Fed ad una rialzo dei tassi meno graduale e, nell’immediato, ad un aumento dei rendimenti del mercato obbligazionario statunitense che al momento stazionano vicino ai massimi degli ultimi anni con il Treasury a 10 anni al 3,2% e quello a due anni al 2,9%. Se quest’ultimo passaggio si concretizzasse significherebbe più interessi da pagare per le aziende e meno profitti, soprattutto per le piccole e medie aziende che traggono i loro ricavi in prevalenza dal mercato nazionale.

L’ANALISI TECNICA SUL RUSSELL 2000


E qui va segnalata una configurazione tecnica di Borsa dell’indice Russell 2000, rappresentativo delle small cap USA, che secondo gli analisti potrebbe rivelarsi piuttosto minacciosa per l’intero mercato azionario statunitense. Vediamo di cosa si tratta. L'indice Russell 2000 è in calo del 4,5% negli ultimi 30 giorni. La sua chiusura di venerdì scorso a 1.549,5 punti (-1,82%) porta l’indice a undici punti percentuali sotto il suo primato di 1.742 punti. Un livello che posiziona l'indice Russell 2000 a pochi punti dalla sua media mobile a 50 giorni (quella definita dall’analisi tecnica di breve periodo) che potrebbe scendere al di sotto della media mobile a lungo termine (quella calcolata sui 200 giorni): secondo l’analisi tecnica se ciò accadesse si configurerebbe il punto di inversione di tendenza, nel quale un calo di breve termine si trasforma in una tendenza al ribasso a lungo termine.

PERICOLO DI TENDENZA AL RIBASSO A LUNGO TERMINE


Più in particolare, secondo i dati di FactSet aggiornati al 9 novembre, la media mobile a 50 giorni del Russell 2000 è a 1,624,56 punti mentre quella a 200 giorni è a 1,616.23. In pratica un differenziale di soli 8,33 punti, ovvero di mezzo punto percentuale, il che significa che l’indice Russell 2000, che ha visto un declino costante nelle ultime settimane, potrebbe tracciare la cosiddetta croce della morte (death cross) già questa settimana, se l'attuale tendenza al ribasso dovesse proseguire.

FORTE DIPENDENZA DAL MERCATO NAZIONALE


Le azioni di società più piccole erano salite di più rispetto alle large cap perché erano considerate più resistenti, a causa delle crescenti preoccupazioni sul commercio degli Stati Uniti con la Cina. Le società a piccola capitalizzazione traggono infatti la parte più rilevante delle loro entrate a livello nazionale ma se i tassi di interesse salgono e con essi i rendimenti del mercato obbligazionario diminuiscono sia i margini per le aziende più piccole (che hanno meno opzioni per finanziarsi rispetto alle large cap e alle multinazionali) e sia le disponibilità per i consumi delle famiglie: in pratica, un mercato nazionale meno dinamico.

VALUTAZIONI PIU’ CARE RISPETTO ALLA MEDIA


Non a caso, l’indice Russell 2000, nelle scorse settimane non è stato resiliente come in primavera e in estate sulla scia delle crescenti preoccupazioni circa il ritmo degli aumenti dei tassi da parte della Federal Reserve e della forza dell'economia globale: fattori che colpiscono il mercato azionario, ma che hanno maggiori impatti sulle piccole imprese. Inoltre anche le valutazioni delle small cap sembrano più a rischio se la dinamica economica statunitense dovesse rallentare nei prossimi mesi. Alle quotazioni attuali l’indice Russell 2000 evidenzia un rapporto prezzo / utili (p/e) forward (basato sugli utili attesi per i prossimi 12 mesi) stimato da Bloomberg a 25,48 mentre quello dell’indice S&P500 è di 16,97.
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