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Come sfruttare la volatilità generata dalla Brexit

13 Luglio 2016 09:27
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C’è una previsione che sembra mettere davvero d’accordo tutti sul dopo Brexit: la forte incertezza che gli investitori evidenziano, continuerà a mantenere un’alta volatilità sui mercati. Ma, come dicono molti gestori attivi, la volatilità di oggi è la performance di domani. Tradotto in pratica, significa che una paziente selezione oggi di asset e titoli svenduti o sottovalutati può assicurare un interessante extra rendimento nel medio lungo periodo.

La pensano esattamente così Michael Browne e Steve Frost, Portfolio manager del [tooltip-fondi codice_isin="ie00bywvkr50"] Legg Mason Martin Currie European Absolute Alpha Fund. [/tooltip-fondi]“In primo luogo, ci siamo concentrati sulla protezione del capitale, riducendo il bilancio e l’esposizione netta in questo periodo iniziale di incertezza” rivelano i due manager che poi aggiungono: “Come strategia paneuropea, abbiamo la flessibilità necessaria per concentrarsi su quei paesi e quelle aziende che sono o meno esposti all’impatto del Brexit, o che potranno beneficiare di essa, alla ricerca di opportunità per acquistare titoli interessanti e assumere posizioni corte su quelli che dovranno fronteggiare le problematiche legate dall’impatto economico di questo evento storico”.

Secondo i due manager, infatti, nonostante la forte negatività in merito ai titoli azionari europei, potrebbero esserci motivi di ottimismo anche perché questo referendum potrebbe agevolare una ripresa economica mettendo in disparte l’austerità. “Cercheremo di aumentare sia il book long (sui titoli rialzisti) sia short (sui titoli orientati al ribasso) del portafoglio, soprattutto sulla base di una lista di nomi che abbiamo monitorato nel corso degli ultimi mesi e che sarebbero interessanti per noi in questo nuovo ambiente” dicono Michael Browne e Steve Frost che poi concludono: “ La nostra ricerca si concentra su modelli di business europei, in particolare di imprese che stanno crescendo ad un ritmo superiore a quello del PIL, con una forte quota di mercato, pricing power e una bassa sensibilità alle problematiche legate ai mercati emergenti. Stiamo anche cercando di acquistare quelle aziende i cui rischi per i loro modelli di business sono già scontati”. 
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