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Bruno Paulson

Settore tabacco, il vantaggio del potere di determinazione dei prezzi

Nonostante la FDA intenda abbassare la quantità di nicotina nelle tradizionali sigarette, il settore tabacco resta uno con le più solide prospettive in borsa.

8 Settembre 2017 10:14
financialounge -  Bruno Paulson Morgan Stanley rendimenti tabacco USA William Lock

Negli ultimi 10 anni un investimento di 10 mila euro nell’azionario globale internazionale sarebbe aumentato fino a diventare, oggi, 14.120 euro, pari a un rendimento del +41,2% ovvero del +3,51% annuo composto (in base all’indice MSCI world delle borse mondiali).

Tutto sommato nemmeno un cattivo rendimento tenuto conto del crollo dei mercati finanziari dopo il crac Lehman Brothers che è arrivato a far perdere il 49% dell’indice MSCI. Tuttavia, nello stesso decennio, l’indice MSCI world food, beverage and tobacco è salito del +125,21% (ovvero del +8,46% annuo composto): in pratica, gli stessi 10 mila euro sarebbero diventati oggi 22.521 euro.

Non solo. La volatilità dell’investimento (e quindi il rischio) sarebbe risultata inferiore alla media di mercato: 13,2% per l’MSCI world index e 11,8% per MSCI world food, beverage and tobacco. D’altra parte il settore tabacco mostra da tempo tassi di crescita stabili. Negli ultimi dieci anni, i profitti del settore sono cresciuti al ritmo del 7% annuo in dollari statunitensi, a fronte di un dividendo distribuito di ben il 4% mentre quelli dell’indice MSCI World sono cresciuti di appena di mezzo punto percentuale.

“Il cardine di tale generazione di valore è stato il potere di determinazione dei prezzi. L’effetto combinato della concentrazione settoriale e dei vincoli pubblicitari fissati in molti mercati per limitare i nuovi player entranti, unitamente a un regime fiscale che nasconde i rincari, crea le condizioni ideali per alzare regolarmente i prezzi (price/mix intorno al 5% annuo)” fanno sapere Bruno Paulson, Managing Director e William Lock, Head of International Equity Team di Morgan Stanley IM secondo i quali è facile capire perché lo schema normativo annunciato il 28 luglio negli Stati Uniti abbia spaventato i mercati.

Il 28 luglio scorso, la Food & Drug Administration (FDA) ha colto di sorpresa l’industria del tabacco dichiarando che intende abbassare la quantità di nicotina nelle tradizionali sigarette a combustione portandola su livelli che non causino assuefazione, e che procederà a una revisione del ruolo del mentolo. “Si è comunque trattato di un comunicato stampa e non di un annuncio normativo vero e proprio. Inoltre tale processo richiederà probabilmente svariati anni, durante i quali le proposte iniziali potrebbero venire gradualmente stemperate” puntualizzano i due manager sicuri che l’industria del tabacco sarà pronta a presentare importanti sfide legali capaci di ritardare o bloccare le riforme, mentre alcuni rappresentanti repubblicani in Congresso e la base elettorale di Trump potrebbero schierarsi contro i vincoli imposti dal governo sulla nicotina.

In ogni caso, il comunicato della FDA ha di fatto ammesso l’esistenza di metodi meno dannosi per il rilascio di nicotina, con la conseguenza che i prodotti di nuova generazione meno rischiosi, per i quali difficilmente verrà abbassato il quantitativo di nicotina, rappresentano una potenziale alternativa alle sigarette tradizionali. La sensazione è che l’autorità di vigilanza dovrebbe favorire l’approvazione delle sigarette senza combustione negli Stati Uniti e potrebbe persino rafforzare la possibilità di un trattamento fiscale agevolato rispetto alle sigarette tradizionali, come accaduto in altri mercati.

Ciò dovrebbe assicurare ai prodotti profili economici paragonabili, se non superiori, a quelli delle sigarette tradizionali, una volta raggiunte le economie di scala. “Riteniamo che in questo momento il mondo sia un luogo altamente imprevedibile, e che tale imprevedibilità non si rifletta in un mercato in cui l’MSCI World scambia a quasi 17 volte gli utili dei prossimi 12 mesi, utili che a loro volta ipotizzano tassi di crescita a doppia cifra” specificano Bruno Paulson e William Lock che, infatti, prediligono le compagnie solide e di qualità, in grado di accrescere stabilmente gli utili con elevati livelli di redditività del capitale operativo.

“Collochiamo le aziende del tabacco in questa categoria, nonostante il clamore normativo, purché si tratti di società con una forte presenza nel campo dei prodotti di nuova generazione. La comprovata capacità del tabacco di capitalizzare per svariati decenni non si riflette nelle valutazioni determinate dagli ultimi eventi, a seguito dei quali il premio del settore rispetto all’MSCI World è praticamente scomparso” concludono Bruno Paulson e William Lock.
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