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Se la volatilità dice quando è il momento di investire

11 Settembre 2012 00:00
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Anche gli investitori meno esperti sanno che se aumenta la volatilità dei mercati aumenta l’instabilità e diminuiscono le quotazioni e viceversa. E’ quella che gli esperti definiscono correlazione inversa ovvero se aumenta l’una (volatilità) diminuisce l’altra (quotazioni).

Esistono due importanti indicatori di volatilità dei mercati: il Vix e il V2X. Il primo è l’indice che misura la volatilità del mercato azionario statunitense utilizzando la volatilità implicita a 30 giorni delle opzioni quotate relative all’indice S&P500, mentre il V2X, è l’indice omologo della volatilità sull’indice Eurostoxx 50, il paniere delle 50 azioni della zona euro più liquide e capitalizzate di Borsa.

Per esempio a fine marzo 2012, mentre l’indice S&P500 si attestava a quota 1408,47 punti il Vix si posizionava a quota 15,50. Nel giro di due mesi il Vix si è impennato fino a quota 24,06 (+55%) mentre l’S&P500 è ripiegato a quota 1310,33 punti (-6,96%). Attualmente l’indice Vix oscilla intorno a quota 15 un livello inferiore a quota 20, ritenuto, in base alla serie storica di questo indice, il livello di demarcazione tra situazione non stressata (sotto i 20 punti) e situazione in via di instabilità (oltre quota 20).
Meno chiaro invece il livello di demarcazione per l’indice V2X sebbene sotto quota 25 punti di solito si può ritenere la situazione dei mercati abbastanza stabile: attualmente il V2X si attesta a quota 24,64 oscillando proprio intorno a questo livello di galleggiamento.

Dal punto di vista degli investitori il problema è che purtroppo non è tecnicamente possibile investire direttamente sul VIX o sul V2X ma è possibile solo ricorrere ai derivati (contratti future). Una pratica complicata persino per gli investitori più esperti. Anche per questo si stanno affermando sul mercato strumenti finanziari che, utilizzando come sottostanti i future, consentono di investire sulla volatilità. Alcuni, per investitori più sofisticati, quali i certificates e gli etf sofisticati, altri invece come componente di diversificazione del portafoglio quali i comparti di SICAV che adottano strategie di portafoglio sulla volatilità.
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