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#SdR18, Tremonti: "Il populismo pone fine alla dimensione autoritaria della globalizzazione"

Al Salone del Risparmio l'intervento dell'ex ministro dell'Economia. Ma nella seconda giornata si è parlato anche di inflazione, automazione e PEPP.

11 Aprile 2018 17:21
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Seconda giornata intensa e ricca di appuntamenti al Salone del Risparmio organizzato da Assogestioni al MiCo di Milano. Ad aprire i lavori una conferenza organizzata da Invesco, che ha visto sul palco l'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti e John Greenwood, chief economist di Invesco. Nell'introduzione Luca Tobagi, investment strategist di Invesco, ha evidenziato come nel 2018 sia tornata sui mercati la volatilità: "Rimaniamo fiduciosi sulla crescita diffusa, ma non possiamo non tenere in considerazione tre categorie di rischi: politici, economici e di mercato". È andato oltre Greenwood, secondo cui l'espansione in corso negli USA sarà la più lunga della storia - e trascinerà anche le altre economie - poiché nei primi anni la crescita è stata "un lento recupero per riparare i danni della crisi". Interpellato sull'ascesa dei populismi, Greenwood ha tirato in ballo un parallelo storico: "Anche nel 1890 ci fu un fenomeno simile negli USA e allora come oggi la soluzione sarà quella di migliorare la crescita". Più tranchant il giudizio di Tremonti sul tema: "Non credo che sia differenza tra destra e sinistra ma tra le elite e quelli che si sentono esclusi.I popoli sentono che le grandi migrazioni non sono solamente un fatto positivo, l'altra grande paura è il digitale, la paura che i nostri figli non abbiano un posto di lavoro". Prima di sottolineare come la politica debba riprendere il primato sulla finanza, Tremonti ha spiegato che "il populismo non è fine della globalizzazione ma la fine della sua dimensione autoritaria". Infine l'ex ministro dell'Economia non ha risparmiato critiche al modello produttivo cinese, fin troppo deregolamentato e quindi avvantaggiato rispetto al resto del mondo, ricordando però che per la prima volta nel documento del G7 si è parlato di "fair trade" e non solo di free trade.

INFLAZIONE IN CRESCITA


L'inflazione è stata al centro della conferenza organizzata da Morgan Stanley, con protagonista Daniele Antonucci di Morgan Stanley Research, autore di una disamina molto chiara sul tema. Antonucci ha spiegato come l'economia europea, al momento, sia passata a una seconda fase di crescita spinta dall'aumento dei posti di lavoro e dei consumi: "Le fabbriche della zona euro sono al massimo della produttività e gli imprenditori stanno ricominciando a investire". Secondo l'analisi del ricercatore, la curva di Phillips (che mette in relazione inversa tasso di disoccupazione e inflazione) sta cominciando a irripidirsi. Gli stipendi, di conseguenza, stanno crescendo ma che ciò abbia effetto sull'inflazione serviranno almeno tre trimestri. Infine, soffermandosi sull'Italia, Antonucci ha ricordato come il nostro paese possa contare su una delle ricchezze private più elevate del G7 e come, in questo momento, possa contare su un avanzo gemello (in opposizione al debito gemello): sia privato che dello Stato. "Ciò che sta accadendo ora in Italia - ha spiegato - non è altro che quanto successo in Francia lo scorso anno e in Germania due anni fa". Dunque, a fronte di un'inflazione del 2%, secondo Morgan Stanley la BCE imboccherà gradualmente la strada dell'aumento dei tassi d'interesse.

IL POLSO DELLE OBBLIGAZIONI


Dal lancio del QE (quantitative easing) la BCE ha acquistato sul mercato titoli obbligazioni euro per un controvalore di 2.200 miliardi. Un flusso costante di acquisti che, sommato ad un totale di nuove emissioni di titoli (da parte degli stati e delle società private europee) inferiori agli importi in scadenza, ha determinato un drastico calo dei tassi di interesse del mercato obbligazionario euro. Un fenomeno che si è trasferito anche ai rendimenti delle obbligazioni societarie: in Italia, in particolare, attualmente i rendimenti di circa la metà dei corporate bond societari risulta al di sotto di quelli dei titoli di stato. Ma ora, con la crescita economica che ha ripreso vigore e con l’inflazione che tende a risalire, è probabile che i tassi di interesse del mercato obbligazionario euro siano destinati a salire. Come mettersi al riparo? Legg Mason suggerisce di diversificare il portafoglio a reddito fisso con una visuale globale e non limitata all’Europa (o, addirittura, all’Italia). In quest'’ottica, il debito emergente (in particolare quello in valuta locale) costituisce un’'asset class interessante sia sotto il profilo dei rendimenti e sia sotto il profilo delle valutazioni. Un'’altra asset class obbligazionaria da prendere in considerazione è quella relativa ai bond societari USA (ma tramite una selezione rigorosa degli emittenti e persino dei singoli titoli). Infine, ma non meno importante, anche l’approccio long / short che consente ai gestori attivi di scegliere il momento giusto per sfruttare a proprio vantaggio il rialzo dei tassi di interesse.

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Volatilità e decorrelazioni, l’importanza di sfruttarle a proprio vantaggio

BIG DATA, IL NUOVO PETROLIO


Il tema dei Big Data è centrale per GAM, che non a caso ha trattato il tema durante una conferenza. La società di investimento ha portato avanti uno studio che ha permesso di mettere a punto "l'indice dell'incertezza di Twitter", basato sull'analisi di centinaia di migliaia di tweet contenenti la parola "uncertainty". Ebbene, la ricerca ha dimostrato che ascoltando l'umore della piazza social è possibile anticipare di un paio di giorni la volatilità dei mercati. "La sfida interessante - ha spiegato il professor Paolo Legrenzi - è come l'intelligenza artificiale può elaborare questa mole di dati, questo nuovo petrolio. Oltre alla stupidità naturale degli umani c'è anche la superbia naturale, che per esempio porta solo il 10% degli italiani ad avvalersi di un consulente. Ciò significa che c'è grande spazio di crescita per i consulenti". Riccardo Cervellin, amministratore delegato di GAM Italia, si è soffermato sugli investimenti sistematici che "mirano a rimuovere le distorsioni cognitive innate utilizzando algoritmi basati su regole ripetibili e verificabili per prendere decisioni di investimento". Una distorsione, secondo uno studio recente, riguarda le performance dei consulenti che peggiorano dopo un divorzio, o peggio ancora dopo un matrimonio. La potenza di calcolo è fondamentale: un buon stock picker con 30 titoli in portafoglio ha il 50% di possibilità di battere il mercato. Con 500 titoli la probabilità sale al 90%, ma solo una macchina è in grado di gestire una tale mole di titoli.

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AMICO ROBOT


L’'evoluzione dell’'automazione è sicuramente uno dei fenomeni più interessanti della storia moderna. Un tema affrontato durante la conferenza organizzata da Credit Suisse, dedicata proprio alla "rivoluzione 4.0". La demografia e lo sviluppo crescente dei paesi emergenti spingerà sempre di più l’evoluzione dell’'automazione. Non a caso, si parla di un futuro sempre più presente con scenari che sono già oggi realtà. L'’Italia, dal canto suo, non è affatto ai margini di questo fenomeno ma, al contrario, vanta eccellenze in specifiche nicchie a dimostrazione delle grandi potenzialità che l’evoluzione dell’'automazione può riservare a tutti coloro (singole persone, aziende, stati) che sono capaci di innovare. Per esempio, i robot che potrebbero destare preoccupazione quali ulteriori fattori di distruzione di posti di lavoro, stanno dimostrando, al contrario, di poter essere utilizzati per ottimizzare il lavoro in fabbrica nelle mansioni più di routine: gli operai e i tecnici, a cui i robot sono affiancati, possono elevare il proprio skill professionale intervenendo nella manifattura finale, nel controllo della qualità, nella installazione e implementazione modulare (cioè nell'’intervento di qualità nel processo di assemblamento e verifica del prodotto). L’evoluzione dell’'automazione rappresenta però anche un megatrend che l’investitore può sfruttare per un investimento di lungo periodo tramite asset manager specializzati che abbiano dimostrato di sviluppare da anni una expertise in questo ambito.

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L’investimento ai tempi della digitalizzazione sanitaria

IL MOMENTO DEI PEPP


Inoltre, nella seconda giornata del Salone del Risparmio si è parlato di PEPP: “I PEPP sono un elemento importante della Capital Markets Union (CMU) e saranno la colonna portante di un sistema previdenziale integrato in Europa”, ha sottolineato Fabio Galli, Direttore Generale di Assogestioni aprendo la conferenza “Pronti, partenza, PEPP! Dalla Commissione europea un nuovo modello per la previdenza individuale”. A livello europeo le cose stanno cambiando e, secondo il Direttore Generale di Assogestioni, sta succedendo qualcosa che non accadeva da 30 anni. “La Commissione Europea si è convinta del ruolo centrale che potrà avere in futuro un prodotto pensionistico individuale paneuropeo. E se i PEPP avranno lo stesso successo dei fondi armonizzati si tratterà di una vera e propria rivoluzione”. I PEPP non rispondono solo alle esigenze di una classe di lavoratori sempre più mobile, ma contribuiscono anche ad avvicinare ulteriormente il mondo del risparmio all’economia reale.
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