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Russia, pochi debiti e molte risorse

10 Aprile 2013 08:00
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Dopo un discreto 2012 il mercato azionario russo ha innestato la retromarcia nel primo trimestre di quest’anno. Infatti se nell’intero 2012 l’indice MSCI Russia aveva messo a segno un +5,15% in valuta locale, lo stesso paniere azionario ha registrato, dal primo gennaio al 29 marzo scorso, un calo dell’1,8%. Eppure non mancano i fattori di appeal.

Innanzitutto la crescita economica: dopo un aumento del PIL del 3,6% nel 2012, il tasso di crescita della ricchezza dei sovietici dovrebbe confermarsi quest’anno (3,6%) per poi salire al 4,1% nel 2014 e al 4,0% l’anno successivo. Il saldo di conto corrente dello stato dovrebbe attestarsi al 2,2% mentre, per effetto anche dei generosi tassi di interesse sul debito (quelli a breve termine sono stimati all’8,1% per quest’anno e per il 2014), è stimato in aumento il peso degli investitori esteri sul debito pubblico: dal 31,1% del 2012 si dovrebbe infatti passare al 31,2% quest’anno e salire anno dopo anno fino al 33,1% nel 2016. Stabile la popolazione che dovrebbe oscillare intorno agli attuali 142 milioni e mezzo di russi.

Quello che invece è destinato a cambiare è il mercato interno dei consumi. La classe media sovietica, che pesa per il 55% sul totale, può vantare un reddito di almeno15 mila dollari: una percentuale molto superiore al 30% del Brasile, al 21% della Cina, e all’11% dell’India. Ma c’è di più. Questa disponibilità economica mostra tassi di crescita costanti da diversi anni e, in base a una ricerca effettuata dalla Sberbank, la più importante banca russa, entro il 2020 il mercato russo sarà il primo in Europa sorpassando anche quello tedesco.

Un fenomeno, questo dei consumi interni, che, secondo gli analisti più esperti della Borsa moscovita, non è ancora del tutto compreso dagli investitori internazionali portati a considerare il listino azionario russo come espressione di colossi dei settori del gas, del petrolio e dei metalli.
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